Sainz risponde al boss Ferrari Binotto negando di essere sotto pressione. Ecco cosa ha detto il madrileno sugli incidenti di Imola.
Se nel 2021 Carlos Sainz aveva stupito tutti per il suo approccio maturo e lucido nei confronti di una Ferrari ancora poco competitiva, dimostrandosi più in forma e capace di interpretare l’auto meglio del coccolato Leclerc, quest’anno la situazione si è ribaltata.
Charles è tornato ad occupare il ruolo di leader, mentre lui tra sfortuna ed errori non sta raccogliendo quanto atteso. Scagionato per il ko nel giro iniziale del GP di Imola, visto che l’incidente è stato provocato dalla McLaren di Ricciardo, sulle spalle dello spagnolo pesa il botto contro le barriere nel corso delle qualifiche. Un ennesimo liscio che molti hanno imputato all’ansia da prestazione. Alla paura di perdere nel confronto con il vicino di box, decisamente più ammirato da tifosi e stampa.
A nessuno piace essere secondo e il madrileno non fa eccezione e secondo il team principal Mattia Binotto è proprio la fame di affermazione che lo sta mettendo nei guai. O meglio, il timore di non essere all’altezza di quello a cui dovrebbe ambire con una macchina tanto competitiva.
“Forse per la prima volta in carriera si sta misurando con un mezzo capace di battersi per i primi posti. Deve abituarsi, e lo farà velocemente perché è un ragazzo intelligente“, la valutazione del manager italo-svizzero a RacingNews365, attento a non pronunciare parole che potrebbero rendere ancora più delicata e instabile la condizione del figlio d’arte.
Analizzando la propria performance dello scorso venerdì pomeriggio al Santerno e nella fattispecie il crash che lo ha privato della possibilità di giocarsi la pole, il #55 non ne ha voluto sapere di imputarlo alla foga.
“Stavo solamente provando differenti traiettorie e bilanciamento e non stavo neppure spingendo molto. Può capitare di sbagliare sul bagnato“, si è giustificato.
Quinto della generale piloti con 38 lunghezze, contro le 86 del “Predestinato”, l’iberico sa bene che certi svariano non fanno altro che complicare la vita. Nel caso specifico, se fosse partito più avanti non si sarebbe trovato ai semafori nella scomoda posizione del centro gruppo.
“E’ doloroso, non posso nasconderlo. Ma a volte nello sport va così. Ci sono alti e bassi e all’Enzo Dino e Ferrari è finita male. Tutto ciò che posso fare è imparare e tornare più forte di prima“, la sua chiusura filosofica.
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