Il pilota della Ferrari, Carlos Sainz, ha cambiato prospettiva dopo gli ultimi deludenti risultati. Ecco cosa si aspetta d’ora in avanti.
La Ferrari è arrivata in Inghilterra per la decima tappa del mondiale 2022. Silverstone è una pista estremamente tecnica e veloce, che esalta una vettura rapida nei cambi di direzione. L’iconica sequenza Maggotts-Becketts-Chapel, è tra le più veloci di tutto il calendario. Un circuito storico ed impegnativo che negli ultimi anni ha sempre visto duellare Max Verstappen e Lewis Hamilton. L’ultimo ferrarista in grado di vincere “a casa loro” è stato Sebastian Vettel, ma lo scorso anno, complice l’incidente tra i due rivali alla corona, Charles Leclerc non è andato molto lontano da un trionfo inaspettato.
Il circuito nasconde tante insidie, da non sottovalutare il clima con raffiche di vento sempre insidiose per la guida delle monoposto. Il nuovo asfalto, steso circa tre anni fa, è liscio e caratterizzato da un grip molto elevato che aiuterà le wing car a estrarre la massima performance possibile. La Ferrari è arrivata con una situazione di classifica deficitaria. Tralasciando i discorsi “finché la matematica lo permetterà e il campionato è ancora molto lungo…” se la Red Bull Racing dovesse trionfare anche a Silverstone e al RB Ring, il campionato F1 sarebbe chiuso a doppia mandata. Servirebbe poi un miracolo alla Scuderia modenese. Per questo motivo i Carli sono già spalle al muro.
La Pirelli ha messo a disposizione mescole C1, C2 e C3. Il degrado avrà un ruolo determinante nell’economia del GP, condizionando il numero di soste che avverrà domenica. Le due zone DRS favoriranno i sorpassi, ma essendo una pista di motore, con curve velocissime, le caratteristiche della RB18 dovrebbero calzare a pennello. La Rossa ha dimostrare di dare il 100% in tracciati con settori misti e curve lente, ma neanche a Monaco sono riusciti a strappare un successo ai rivali. Strategie sbagliate, problemi di affidabilità ed errori alla guida hanno portato la Rossa già all’ultima spiaggia. La classifica costruttori mette in luce il dominio della Red Bull Racing: la squadra di Milton Keynes è salita a quota 304 punti, la Ferrari è a 228, soli 40 punti in più della Mercedes.
La classifica piloti pone Max Verstappen al primo posto, a quota 175, Sergio Perez è a 129 e Charles Leclerc è a 126. Il monegasco è scivolato a 49 punti dalla vetta. Un distacco già considerevole e difficile da recuperare. La posizione di Carlos Sainz è ancora più delicata. Il madrileno ha conquistato 102 punti, avendo collezionato cinque podi, ma anche tre ritiri pesantissimi. Se a Imola è stato sfortunato nel contatto alla prima curva con Daniel Ricciardo, in Australia ha commesso un errore grave, nel tentativo di recuperare quante più posizioni possibili nelle prime tornate. Il ferrarista ha osato troppo ed è finito bloccato in ghiaia. Il problema tecnico a Baku è stata la ciliegina di una torta sempre più amara.
Gli obiettivi di Carlos Sainz
Dopo una stagione scorsa molto solida, il pilota della Rossa era partito con la convinzione di lottare per il mondiale. Lo spagnolo sembrava essere l’uomo perfetto per riportare anche il titolo costruttori a Maranello. Per la prima volta, però, ha avuto per le mani un’auto in grado di fare la differenza e lottare, stabilmente, per il podio. L’hat-trick di Charles Leclerc in Bahrain e il grand chelem in Australia hanno portato il figlio del Matador in un territorio inesplorato. Lo spagnolo ha capito di dover innalzare il suo livello per tenere testa al giovane teammate e ha iniziato a commettere errori a ripetizione, a causa della pressione.
Il confronto in qualifica è risultato impietoso. Al di là del Canada dove il monegasco è stato costretto a partire dal fondo dello schieramento, Sainz ha sempre perso il duello con il compagno di squadra. Non è mai parso, completamente, a suo agio sulla F1-75, come spesso egli stesso ha sottolineato ai giornalisti. La Rossa lo ha premiato con un contratto biennale che lo ha avvicinato al teammate, anche in termini economici. Carlos, però, si è iniziato a rendere conto dei suoi limiti al volante della wing car e ha spostato il focus su altri obiettivi. La Rossa alla vigilia del nuovo ciclo tecnico, attraverso le voci illustri del Presidente John Elkann e del team principal Mattia Binotto, aveva tracciato una direzione chiara. L’obiettivo della Scuderia non era quello di vincere, sporadicamente, delle gare, ma gareggiare per l’apertura di un ciclo vincente. Ciò si traduce in un lotta con gli altri top team per laurearsi campioni, ma anche per rimanere tali nelle stagioni successive.
Sotto questo profilo l’annata attuale non ha rispecchiato l’obiettivo reale della Scuderia. A quel punto Binotto ha iniziato a parlare di “obiettivo competitività” in questa annata, ma i programmi e i proclami erano molto diversi alla vigilia del campionato della svolta. Da altre parti obiettivi e ambizioni corrispondono perfettamente e si traducono nella ricerca costante della perfezione per una vincita mondiale. Carlos Sainz ha iniziato a imitare lo stile arrendevole di Binotto. In una intervista alla Gazzetta dello Sport ha dichiarato: “Ferrari e Italia vogliono un titolo il prima possibile, capisco che dopo questa prima parte di stagione Charles è quello che sembra avere il passo migliore e si è sentito meglio con la macchina. Non è una critica, è una cosa normale e naturale. Non guardo alla lotta per il titolo, la mia priorità è lottare per vittorie e podi”.
Se una Scuderia lotta per il primo gradino del podio ad ogni weekend, è naturale che si possa parlare anche di titolo. Purtroppo la parola “mondiale” sta diventando impronunciabile dalle parti di Maranello. Eppure le performance della F1-75 non sono di basso profilo. “Non mi sono sentito al cento per cento con la macchina, ma per vincere bastano due gare, o si hanno due buoni risultati e questa percezione cambia. Lo so perché sono in Formula 1 da molti anni e il mio obiettivo è che accada il prima possibile. Quando accadrà, cambierà”, ha aggiunto Sainz. Carlos ha sfiorato la vittoria in diverse occasioni in carriera, ma non ha ancora sfatato il tabù.
“Sto un po’ meglio dopo le ultime gare. Avrei potuto vincere perfettamente a Monaco, avrei potuto vincere in Canada con un po’ più di ritmo e fortuna. Sono stato vicino alla vittoria in un paio di gare e dall’essere un po’ più a mio agio con la macchina ho lottato per la pole a Monaco e a Baku. Non lo so, penso di stare un po’ meglio. Siamo arrivati su un circuito simile a quello di Barcellona, che è dove mi è costato di più, quindi dobbiamo essere calmi per vedere come mi sento su un circuito come questo”, ha chiosato Sainz. Calma si, ma neanche troppa perché il mondiale non aspetta nessuno.