La Ferrari sta vivendo un momento molto difficile ed il presidente John Elkann ha rotto il silenzio. Le sue parole però fanno discutere.
In casa Ferrari c’è la consapevolezza che l’ennesimo sogno mondiale si sia spento praticamente sul nascere. In occasione dell’umiliante Gran Premio della Toscana del 2020 corso al Mugello, il team principal Mattia Binotto ed il presidente John Elkann pronunciarono delle parole che scaldarono i cuori abbattuti dei tifosi, parlando del 2022 come dell’anno in cui si sarebbe aperto un ciclo vincente.
Nonostante lo scetticismo del pre-campionato, c’è da dire che le prime gare avevano fatto ben sperare. La Rossa era la macchina migliore, con Charles Leclerc in fuga mondiale dopo tre appuntamenti, mentre la Red Bull di Max Verstappen arrancava a causa dei tanti problemi di affidabilità e di una RB18 oggettivamente inferiore ai rivali.
Purtroppo per la Ferrari, si è presto capito che il team di Milton Keynes non avrebbe mollato facilmente, e già dalla devastante doppietta di Imola il vento ha iniziato a cambiare. Il campione del mondo e Sergio Perez hanno infilato sei vittorie consecutive tra la gara italiana ed il Canada, andando in fuga in entrambe le classifiche.
La Scuderia modenese si era illusa con le due vittorie di inizio luglio, firmate da Carlos Sainz a Silverstone e da Leclerc in Austria, ma tutto è definitivamente finito in Francia con l’incidente del monegasco, precipitato quel giorno a -63 dal dominante olandese. Era il 24 di luglio, ed il mondiale era già chiuso, nel modo peggiore che anche il più pessimista dei tifosi avrebbe mai potuto immaginare.
Davvero troppi gli errori della squadra, che ha inventato strategie folli sino a mettere in ridicolo un marchio storico come quello del Cavallino, divenuto ormai lo zimbello del Circus. Siamo pronti a scommettere che un presidente serio come Luca Cordero di Montezemolo non avrebbe mai permesso tutto questo, cercando, nella migliore delle ipotesi, di spronare la squadra e di essere presente alle gare, in netta contrapposizione con l’assenteismo di Elkann.
Ferrari, John Elkann giustifica la direttiva tecnica
La Ferrari deve cercare quantomeno di concludere in maniera onorevole questa stagione, evitando di farsi superare anche dalla Mercedes, che in Olanda è stata nettamente superiore alla Rossa. Una disfatta bella e buona per Charles Leclerc e Carlos Sainz, che si sono ritrovati a dover combattere contro il muretto per tutto il campionato.
No, non è accettabile che la Scuderia modenese venga abbandonata in questa maniera, ma finché al timone ci sarà gente come John Elkann non ci potremo aspettare nulla di buono. In un passaggio dell’intervista che il presidente ha concesso a “La Gazzetta dello Sport“, si è discusso della direttiva tecnica, la TD39, che è stata introdotta in Belgio.
Da un chairman di livello ci si sarebbe attesa una ferma risposta al cambiamento delle regole in corsa, ma Elkann ha nuovamente dimostrato che il destino sportivo della Ferrari non è nei suoi interessi, tenendo da parte quel briciolo di potere politico che è rimasto a Maranello.
Ecco le sue parole: “In questa stagione siamo stati forti, lo avevo già detto due anni che sarebbe andata in questo modo e sono contento che le premesse siano state confermate. Abbiamo trasformato la nostra competitività in diversi successi, anche a livello di soste ai box siamo migliorati, sintomo che la nostra squadra è cresciuta sotto diversi punti di vista, anche se ancora ci sono troppi errori. Mi sembra chiaro che si possa fare ancora molto per progredire“.
“La direttiva tecnica? Io non penso che si vinca o si perda in base all’arbitro o alle regole che vengono imposte. Nello sport deve stare davanti chi fa meglio di tutti, ma c’è anche un aspetto positivo. Più competitivi sono gli avversari, meglio sarà quando riusciremo a batterli. Per noi sarà una soddisfazione ed un motivo di orgoglio“.