La Ferrari sta buttando via tante occasioni in questa stagione e Mika Hakkinen sottolinea gli aspetti che stanno facendo la differenza.
Una Ferrari tanto veloce dal punto di vista prestazionale quanto fragile, così si può riassumere quanto visto in queste prime nove gare della nuova era della F1. Il Cavallino aveva iniziato fortissimo, piazzando una splendida doppietta in Bahrain con Charles Leclerc davanti a Carlos Sainz.
Nella stessa giornata, le rivali più accreditate, vale a dire le Red Bull di Max Verstappen e Sergio Perez, si erano ritirate per guai tecnici. Meglio di così, davvero, non poteva andare, e quanto accaduto nei giorni successivi fece sperare ancora in meglio. Leclerc venne battuto di mezzo secondo dal campione del mondo in Arabia Saudita, su una pista adatta alla RB18 e meno alla Rossa, che si vendicò due settimane più tardi in Australia.
Quello del 10 aprile a Melbourne resta, ad oggi, il secondo ed ultimo successo stagionale della Ferrari, troppo poco considerando la bontà del mezzo. La Red Bull, dal canto suo, ha trionfato da Imola in poi in sei appuntamenti consecutivi, e l’obiettivo è quello di proseguire la fuga mondiale nelle piste di casa di Silverstone e Spielberg.
Il team di Milton Keynes ha tutte le carte in regola per farlo, anche se questo 2022, sin qui, è ricco di rimpianti per la Scuderia modenese. Leclerc ha infatti piazzato sei pole position su nove gare, trasformandole in vittoria solo in Bahrain ed in Australia. Verstappen ha fatto esattamente l’opposto, con appena due partenze al palo ma ben sei successi.
Poche le colpe del monegasco, che ha commesso solo un errore ad Imola, quando era comunque terzo e non certo primo. Il campione del mondo è stato invece perfetto, ma la componente sfortuna ha nuovamente colpito il giovane Leclerc. Tra Miami e Baku, il monegasco aveva messo a referto quattro pole position consecutive, ma dalle quali ha ottenuto un solo podio, il secondo posto in Florida.
Sia a Barcellona che a Baku la power unit della sua Rossa è andata in fumo, mentre a Monte-Carlo ha portato a casa un misero quarto posto per via delle follie strategiche del muretto, che ormai si ripetono da anni senza produrre però cambiamenti che portino teste valide. E la Red Bull fa bene a ridersela, scappando nel mondiale.
Ferrari, Hakkinen critica i meccanici
In questi giorni, Mika Hakkinen sta criticando duramente il lavoro della Ferrari nella sua rubrica su “Unibet“. Il finlandese, campione del mondo nel 1998 e nel 1999 con la McLaren, se l’è prima presa con le strategie del Cavallino, poi con la scarsa velocità di punta della Rossa.
Negli ultimi giorni, Hakkinen ha invece criticato i meccanici della Ferrari, che nel 2000 gli furono fatali in Giappone, consentendo a Michael Schumacher di vincere il suo primo mondiale a Maranello ed il terzo della sua carriera. Quello dei pit-stop, che prima era un vanto della Scuderia modenese, negli ultimi anni si è trasformato in un cruccio.
“I meccanici sono sempre sotto osservazione perché anche un singolo errore può risultare disastroso in questo sport così serrato. Se ci mettono un secondo in più a cambiare una gomma ricevono un sacco di critiche. La Ferrari ha tantissimi meccanici, ma quanti di loro hanno mai vinto un titolo? Non molti e questo si vede. La pressione su di loro è più alta, perché sanno che quest’anno potrebbero avere una bella possibilità di vincere il campionato. Sta ai vertici della squadra tenerli calmi e far si che lavorino come dei robot“.
Effettivamente, è difficile non essere d’accordo con le parole del due volte campione del mondo. I meccanici del Cavallino, da anni ormai, commettono errori grossolani, che ad inizio anno apparivano ormai un lontano ricordo. Evidentemente, il lupo perde il pelo ma non il vizio, e continuando a sbagliare i risultati non miglioreranno di certo.