La nuova Ferrari sembra preoccupare Toto Wolff, che ha incoronato la potenza del nuovo motore Superfast. Ecco le sue parole.
Prime schermaglie tra i top team in quel di Barcellona. In queste ore, si stanno concludendo i test invernali di Barcellona, dove hanno debuttato le nuove monoposto ad effetto suolo. Tra le più seguite, c’erano sicuramente la Ferrari e la Red Bull, quelle che hanno sorpreso maggiormente per le soluzioni tecniche adattate.
La Mercedes, dal canto suo, è stata la più “conservativa” tra i top team, ma il team di Brackley potrebbe avere un bell’asso nella manica. Stando alle voci che sono circolate nel paddock in questi giorni, la casa della Stella a tre punte potrebbe portare in Bahrain una W13 con delle specifiche molto diverse da quella che ha girato in Spagna in questi giorni, una sorta di versione B.
La cosa non deve sorprendere più di tanto, dal momento che anche nel 2019 il team di Toto Wolff seguì una tattica del genere. Anche in casa Ferrari, tuttavia, c’è un gran lavoro sotto alla monoposto appena presentata: a Sakhir è previsto un importante pacchetto di aggiornamenti, che poi verrà mandato in pista per la gara inaugurale del 20 marzo.
Stando a quanto si è visto in pista, si può dare una certezza: la F1-75 è già molto solida, avendo percorso 302 giri divisi tra Charles Leclerc e Carlos Sainz nei primi due giorni di prove invernali. La Red Bull, dal canto suo, ha incontrato un problema al cambio con Sergio Perez giovedì, che ha fatto perdere molto terreno al team di Milton Keynes.
Le frecce d’argento non hanno avuto problemi di sorta, ma hanno svolto diversi run molto brevi concentrandosi su delle prove aerodinamiche. Sulla W13 sono apparse delle branchie sul cofano motore per facilitare il raffreddamento della power unit nel pomeriggio di giovedì, poi puntualmente sparite questa mattina.
Una delle caratteristiche principali di Toto Wolff è sempre stata la pre-tattica. Il team principal della Mercedes è solito individuare una delle squadre sfidanti come la favorita per la vittoria finale, salvo poi bastonarle tutte in pista nel momento in cui il cronometro conta davvero. Il caso più clamoroso di questa sua strategia risale al 2019, quando la Ferrari dominò i test di Barcellona per poi naufragare sin dal Gran Premio d’Australia.
All’epoca, il manager austriaco parlò di un distacco di circa mezzo secondo tra la rossa e la freccia d’argento, che poi rifilò ben un minuto a Sebastian Vettel e Charles Leclerc a Melbourne, nella gara d’apertura di un campionato monopolizzato dalla Mercedes. Questi primi test hanno dato poche indicazioni in merito al potenziale delle monoposto, ma c’è una diffusa convinzione attorno alla bontà del motore Superfast progettato e realizzato a Maranello.
La Ferrari ha puntato molto sul ritrovamento di una power unit performante, che manca all’appello dal 2019. Negli ultimi due anni, a seguito dell’accordo segreto tra Mattia Binotto e la FIA, il Cavallino era diventato l’ultima forza a livello motoristico, venendo surclassato da Mercedes, Honda ed anche Renault. Nel 2022, tuttavia, questa tendenza potrebbe essere invertita, nella speranza che anche il telaio faccia la sua parte.
In merito a questo argomento si è espresso proprio Toto Wolff, in un’intervista concessa ad “Auto Motor und Sport“: “Abbiamo la sensazione che la rossa abbia a disposizione la power unit più potente, almeno in questo momento“. Un segnale sicuramente positivo per gli uomini di Binotto, ma che non deve trarre in inganno. Nei test è impossibile fare delle valutazioni troppo precise, anche se è sempre meglio trovarsi davanti piuttosto che nelle posizioni di rincalzo. Le prossime settimane saranno decisive.
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