La Ferrari e Jean Todt erano vicino all’accordo, ma a quanto pare John Elkann ha detto no all’ex presidente della FIA. Ecco i dettagli.
Quello attuale è un periodo di incessante lavoro per la Ferrari, ed in generale per tutti i team di F1. Le presentazioni delle nuove monoposto sono vicine, ed il Cavallino darà alla luce la sua nuova creatura giovedì 17 febbraio. La Scuderia modenese non teme la cabala, ed i tifosi sono impazienti di scoprire le forme di queste auto dettate dai nuovi regolamenti.
La prima a svelarsi sarà l’Aston Martin, che il 10 febbraio mostrerà la AMR22. Il giorno dopo toccherà alla McLaren, con la Mercedes che toglierà i veli alla W13 il 18 febbraio, poche ore dopo la nuova rossa. Tutti gli altri sei team devono ancora ufficializzare la data del loro unveiling, ma sembra questione di giorni.
I test invernali scatteranno a Barcellona il 23 febbraio, e la Ferrari sarà in pista il giorno precedente per effettuare i 100 km previsti dal filming day. Si tratterà di una prova per confermare che tutto funzioni alla perfezione, in attesa del primo confronto con la concorrenza che si annuncia molto agguerrito ed imprevedibili.
Al contrario del 2020, le indiscrezioni parlano di una vettura che sta crescendo bene e di un motore superfast che appare molto efficiente e prestazionale al banco. Nonostante i nuovi carburanti sintetici, la nuova power unit ha già recuperato il gap di potenza, al contrario della Honda che preoccupa e non poco gli uomini della Red Bull.
F1, Binotto fissa l’obiettivo: ecco dove deve migliorare la Ferrari
Poco più di un mese fa, Giorgio Terruzzi aveva parlato di un ritorno di Jean Todt in Ferrari sulle colonne del “Corriere della Sera“. Nell’edizione odierna, lo stesso quotidiano pare aver smentito il tutto, confermando le voci che si erano alzate nei giorni scorsi sul conto dell’ex presidente della FIA.
Il ruolo del manager francese sarebbe dovuto essere quello del super-consulente, ovvero una figura molto vicina sia al presidente John Elkann che al team principal Mattia Binotto. Stando a quanto si apprende, a dire no sarebbe stato proprio il chairman del Cavallino, che preferisce gestire in solitaria quella che è la sua posizione.
Ovviamente, i tifosi Ferrari non vedranno troppo di buon grado questa scelta. Il transalpino era stato l’artefice, assieme a Luca Cordero di Montezemolo, della rinascita Ferrari negli anni Novanta, che aveva portato all’epopea di Michael Schumacher e Rubens Barrichello.
Assieme alla rinuncia a Todt, è arrivata anche quella a Valentino Rossi. Il responsabile di Competizioni GT, Antonello Coletta, era interessato ad un arrivo del “Dottore” a Maranello per quanto riguarda il programma Hypercar, l’auto con la quale il Cavallino andrà a caccia della vittoria alla 24 ore di Le Mans nel 2023.
Terremoto in Alpine: pronto a lasciare anche il grande campione
Il nove volte campione del mondo della MotoGP si è legato all’Audi, con la quale disputerà il Fanatech GT World Challenge nel 2022 e la 24 ore di Spa. Per Valentino Rossi, le porte della maratona francese sono ancora aperte, ma è molto più probabile che la andrà a disputare con i colori della casa di Ingolstadt. Eventuali conferme o smentite sono attese nei prossimi giorni.
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