L’ex presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, ha parlato del passato e del presente del Cavallino e anche di Schumacher.
La storia della Ferrari è legata a uomini, a personaggi che ne hanno scritto le pagine migliori in oltre settant’anni di vita. Uno dei più importanti, dopo il fondatore Enzo, è sicuramente Luca Cordero di Montezemolo, colui che l’ha riportata al top in F1 dopo anni bui e privi di risultati significativi.
Il bolognese iniziò la sua carriera al Cavallino nel 1973, come assistente del “Vecchio” e responsabile della Squadra Corse. Sotto la sua gestione, la Scuderia modenese vinse tre mondiali costruttori consecutivi tra il 1975 ed il 1977, portando a casa anche due titoli piloti grazie a Niki Lauda.
Assieme all’austriaco lasciò la Ferrari a fine del 1977 per trasferirsi in FIAT, ma la sua storia con Maranello era solo agli albori. Visto il suo talento manageriale, venne richiamato nel ruolo di presidente nel 1991, un ruolo che ricoprirà sino alla fine del 2014. In quei 24 anni sono arrivati otto mondiali costruttori sei piloti, grazie al gran lavoro svolto assieme a Jean Todt, a Michael Schumacher, Kimi Raikkonen e tanti altri tra driver ed ingegneri.
Ferrari, Montezemolo boccia Elkann e ricorda Schumacher
La Ferrari si rialzò da metà degli anni Novanta grazie agli investimenti di Montezemolo ed alla scelta delle giuste persone, che la resero imbattibile sia in pista che nel mondo dell’automotive. Vedendo come è ridotta oggi la Scuderia, che non è vincente da tre lustri, quei tempi appaiono lontani anni luce. Il dirigente d’azienda emiliano ha parlato del momento e di Schumacher al “Corriere dello Sport”, rilasciando dichiarazioni interessanti.
Gli inizi alla rossa non furono semplici: “Tutti mi giudicavano per quello che facevo, mi proponevano continui paragoni con Enzo Ferrari. Ma avevo un gran sostegno dall’Avvocato Giovanni Agnelli, fu una persona fondamentale per me. Pian pianino siamo riusciti a costruire una realtà molto solida“.
Nel 1995, la Ferrari riuscì ad assicurarsi colui che stava dominando in quel momento, il grande Michael: “Il primo contatto con lui lo ebbe Niki Lauda, e lui accettò arrivando nel momento giusto. Avevamo uno splendido rapporto con Schumi, veniva a casa mia d’estate con suo figlio Mick, ma era una persona particolare. Fuori dalle piste non era così duro come sembrava, necessitava di un sostegno psicologico specialmente dopo l’incidente con Villeneuve di Jerez 1997. Che vincesse o perdesse, parlava sempre al plurale, mai al singolare“.
Riguardo all’incidente del Kaiser di Kerpen, Montezemolo è ancora scosso: “Tutto è stato paradossale, ha avuto i suoi schianti peggiori in moto o sugli sci. All’inizio non sapeva nemmeno sciare, e gli avevamo fatto scrivere una clausola del contratto che gli impediva di farlo. Ma era un vero uomo squadra, sempre pronto a sacrificarsi per gli altri“.
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Riguardo al presidente attuale, John Elkann, il manager bolognese ha operato un’importante tirata d’orecchie: “Mi è dispiaciuto molto non vederlo al funerale di Niki Lauda, il quale decise di farsi seppellire con la tuta della Ferrari“. All’epoca, l’erede della famiglia Agnelli era già divenuto presidente, a seguito della scomparsa di Sergio Marchionne avvenuta pochi mesi prima.