Nell’anno della rivoluzione tecnica la Ferrari sceglie di utilizzare un nome celebrativo per la sua auto di F1, ma la storia non le dà ragione.
Che il Cavallino si sia portato sfiga da solo? L’augurio soprattutto dei tanti tifosi sparsi per il mondo è che non sia così. Sta di fatto che ogni qualvolta che la Ferrari ha deciso in F1 di celebrare un proprio anniversario battezzando la nuova monoposto in ricordo di quel frangente, ha fatto flop.
Intanto giusto per fare chiarezza, la macchina che parteciperà al campionato 2022 si chiamerà F1-75, per portare indietro l’orologio al 1947 quando Enzo Ferrari, per la prima volta, decise di sfoggiare il simbolo donatogli dalla madre dell’aviatore Francesco Baracca.
Un esempio recente di insuccesso, è la SF1000 del 2020. Dal tono amaranto in omaggio alla 125 S con cui il Drake aprì la sua storia automobilistica, fu protagonista di una delle stagioni peggiori per la scuderia che si ricordino, con zero vittorie e podi ed un magro sesto posto costruttori.
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Ferrari, quando la sigla porta sfortuna
Leggermente più favorevole è stata la vettura progettata nel 2019 e chiamato SF90 sulla scia dei 90 anni dalla fondazione della Casa. Su quel modello Charles Leclerc vinse in Belgio e a Monza, mentre Sebastian Vettel trionfò a Singapore. Poi però fu il nulla e a fine campionato venne avviata un’indagine da parte della FIA a proposito dell’irregolarità del suo motore che si concluse con una pesante penalizzazione per la campagna successiva.
Non andò meglio alla F150 Italia del 2011. Nata dalle menti di Nicholas Tombazis, Aldo Costa e Luca Marmorini voleva festeggiare l’Unità d’Italia. In questo caso intervenne addirittura la Ford dichiarandosi pronta a portare il marchio rivale in tribunale in quanto quella denominazione era già identificativa del pick-up prodotto a Detroit. Nata già con un intoppo, in pista fece magre figure visto che in tutto Fernando Alonso e Felipe Massa raccolsero un complessivo di dieci podi con una sola vittoria da parte dello spagnolo a Silverstone.
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Riuscirà la nuova Ferrari a mettere fine a questi precedenti poco confortanti? Se dovessimo basarci sulle dichiarazioni del team principal Mattia Binotto c’è poco da stare allegri. Se infatti per buona parte dello scorso mondiale si era parlato di una Rossa finalmente in grado di battersi alla pari con Mercedes e Red Bull grazie alle modifiche regolamentari e all’ingresso delle wing car, sull’ultimo il manager italo-svizzero ha ridotto di un bel po’ le aspettative prospettando soltanto qualche centro in gara.