La power unit Ferrari portata tra Russia e Turchia ha messo le ali alla rossa. Ce ne parla Mattia Binotto che ne svela alcuni segreti.
Il passo in avanti fatto dalla Ferrari in questo 2021 è stato piuttosto significativo. In 17 gare di campionato, la rossa ha ottenuto ben 250 punti, contro i 131,5 del 2020. Si tratta di un incremento di ben 119,5 punti, che la rendono la squadra che è migliorata maggiormente rispetto a dodici mesi fa. Solo la Red Bull è su quei livelli, ma si trova comunque dietro alla Scuderia modenese.
A Maranello, nonostante le grandi limitazioni regolamentari, in inverno si è lavorato durissimo per recuperare il gap dalle vetture davanti, riuscendoci alla perfezione con Aston Martin, Alpine e McLaren. Il Cavallino è in piena lotta con il team di Woking per il terzo posto tra i costruttori, dove il gap è di appen 3,5 lunghezze.
Dopo la doppietta guidata da Daniel Ricciardo e completata da Lando Norris a Monza, la partita sembrava finita, ma in Russia è arrivato il nuovo motore Ferrari. Da quel momento in poi, la situazione è cambiata inesorabilmente, e la SF21 ha messo le ali. Quello che manca ai tifosi è chiaramente la vittoria, che non viene ottenuta da ormai due anni.
Sono quasi 800 giorni che una vettura prodotta dalla casa italiana non passa sotto la bandiera a scacchi davanti a tutti, ma per il 2022 il lavoro procede spedito. Va riconosciuto agli uomini di Mattia Binotto che il lavoro sulla power unit sta dando i suoi frutti, ed ha consentito a Charles Leclerc e Carlos Sainz di guidare la terza miglior auto della griglia.
Ferrari, Binotto parla della nuova power unit
Introdotta in Russia, la rinnovata unità propulsiva della Ferrari aveva subito fatto notare qualche passo avanti. In Turchia, quando è stata sprigionata maggior potenza, se n’è avuta la conferma definitiva, poi rinnovata anche ad Austin. Binotto ha concesso un’intervista in cui ha toccato proprio la tematica della power unit, parlando delle migliorie rispetto al passato.
“Abbiamo a disposizione una potenza extra che sfruttiamo sia all’inizio dell’accelerazione che alla fine del rettilineo, ottenendo dei grandi vantaggi in termini di velocità di punta. Possiamo quantificare il nostro guadagno vedendo allo scorso fine settimana, corso sul tracciato di Austin“.
Binotto ha sottolineato che la Ferrari non avesse una configurazione aerodinamica troppo incline alla ricerca delle alte velocità: “Abbiamo corso con il massimo carico aerodinamico, ma, a livello di top speed, eravamo al livello degli altri. Se guardiamo al 2020, è un grande passo in avanti per noi“.
Secondo Binotto la strada è ancora lunga
Il motore di riferimento, dopo un’iniziale superiorità della Honda, è tornato ad essere quello Mercedes sin dall’estate. Fino all’appuntamento di Monza appariva chiaro che la power unit Ferrari fosse la peggiore del lotto, ma ora è stata superata quantomeno la Renault.
I giapponesi e gli anglo-tedeschi sono ancora il riferimento, ma la Ferrari si sta avvicinando sotto questo profilo: “Rispetto al motore migliore c’è ancora molto lavoro da fare, ma credo che questo gap non sia troppo drammatico. Negli Stati Uniti, guardando i dati a livello di lap time, siamo cresciuti molto e la potenza in più ha influito sul tempo“.
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“Sulla carta, Austin non rappresentava una pista troppo favorevole. Sono felice dei progressi che ho visto negli ultimi fine settimana, siamo saliti come potenza sulla power unit sia in qualifica che in gara. Questo ci fornisce grande fiducia in chiave prossimo anno e per le ultime gare“.