La nomina di Rao nella dirigenza della FIA è stata al centro di numerose polemiche da parte dei team di F1. Per la prima volta parla l’interessata.
L’ingresso di Shaila-Ann Rao nei piani alti della Federazione Internazionale dell’Automobile ha fatto più fragore di uno scandalo sportivo. Trattandosi della persona più vicina a Toto Wolff degli ultimi anni, , lavorativamente parlando, un po’ tutto il paddock ha classificato la scelta del presidente Mohammed Ben Sulayem come un plateale conflitto di interessi.
Lo stesso team principal della Ferrari Mattia Binotto qualche tempo fa interrogato sul tema aveva confessato: “Per noi è motivo preoccupazione, anche se è un’ottima professionista e con molta esperienza. Penso spetti ai federali assicurarsi che si comporti in modo corretto. Ho fiducia, ma ugualmente come squadra abbiamo delle perplessità”.
In seguito i colpi di scena tecnici con i continui ritocchi al regolamento per ridurre i problemi creati dal porpoising hanno ridimensionato la questione. Lo scorso weekend a Le Castellet, però, la legale si è presentata ai media difendendosi dalle accuse di possibili favoritismi alla Mercedes.
Accusata dunque, di essere troppo vicina alla Stella per potersi esprimere in maniera terza come l’ente regolatore dovrebbe, l’avvocatessa cresciuta a Londra ha provato a dare una propria versione della situazione, proprio in un fine settimana in cui si sono levate alte le voci contro gli ultimi provvedimenti regolamentari per il 2023 che, sulla carta, dovrebbero aiutare le Frecce d’Argento a riprendersi dal parziale impasse del campionato in corso dovuto ad un design estremo della W13.
“Prima di lavorare per la scuderia tedesca ero direttore degli affari legali della Federazione. Il mondo della F1 è così, si passa da una squadra ad altri incarichi“, ha affermato in occasione della presentazione dei Motorsport Games 2022, in programma dal 28 al 30 ottobre con il coinvolgimento di settanta Paese. “È pieno di ex di qualcosa. Anche l’attuale patron della serie Stefano Domenicali è stato a lungo capo del muretto del Cavallino. Ad ogni modo non mi lascio scoraggiare da certe voci. Vado avanti e continuo a fare ciò che ho sempre fatto, ossia lavorare“.
La delegata di origine anglo-indiana ha quindi rispedito al mittente le critiche ricevute tramite media dai rappresentanti di diverse equipe iscritte e commentando i rimbrotti del boss Red Bull Christian Horner secondo cui addirittura ci sarebbe una vera e propria orchestrazione dietro agli ultimi ritocchi alle regole per dare una mano a Mercedes, impossibilitata a rivoluzionare il telaio della monoposto a causa delle restrizioni imposte e dunque desiderosa di un aiutino per mantenere bassa l’altezza da terra dell’auto e non rinunciare alla prestazione pure.
“Al momento si tratta soltanto di una proposta che non è stato ancora finalizzata“, ha messo le mani avanti. “E comunque noi lavoriamo per la sicurezza dei piloti. Sempre. Che cosa succederebbe se non intervenissimo quando c’è in gioco questo aspetto?”, ha chiuso con una domanda che riporta il focus sul tema salute dei corridori, in teoria messa in pericolo dai continui contraccolpi alla schiena.
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