È uno dei fattori che dovrebbe essere abitualmente tenuto in considerazione durante il nostro gioco per estrarre il massimo dalle nostre giocate.
Se hai bazzicato i tornei live o sei di quelli che ancora si ostinano a non nascondere la chat nelle partite online, sicuramente ti sei imbattuto almeno una volta in un giocatore che la nominava o affermava di “avere tanta fold equity” su qualcuno per giustificare una giocata insolita.
Questa, in particolare, ci permette da un lato di capire perchè alcuni stili di gioco sono più o meno profittevoli, dall’altro di evitare di regalare troppo spesso dei piatti che avremmo potuto portare a casa facilmente.
È un valore di cui tenere conto nel nostro gioco, proprio come il calcolo delle pot odds, del valore atteso, delle implied odds, dell’ICM ecc..
Indice dei contenuti
Cos’è la Fold Equity
Spesso chiamata semplicemente FE, la Fold Equity indica la probabilità che un avversario passi di fronte a una nostra puntata o ad un nostro raise.
Spingere gli avversari a passare la mano è senza ombra di dubbio uno dei sistemi più semplici per aggiudicarsi un piatto. Solitamente infatti, salvo il caso in cui ci troviamo seduti ad un tavolo di player particolarmente loose, la maggior parte delle mani, soprattutto nelle fasi iniziali e intermedie di un torneo o in una partita di cash game, si risolverà senza arrivare allo showdown. La cosiddetta fold equity indica proprio l’aspettativa di vincita, correlata al valore del piatto, nel caso in cui la nostra puntata non venga coperta. Detto in altri termini, ci serve per sapere se la probabilità che l’avversario passi (quindi la nostra probabilità di vincere il piatto) giustifichi la nostra puntata o il nostro raise.
Si tratta di un argomento complesso e abbastanza avanzato del gioco, pertanto in questo contesto lo tratteremo in maniera abbastanza semplificata. Mi perdoneranno quindi eventuali “puristi” se qualcosa risulterà leggermente impreciso a favore di una maggiore comprensione da parte di tutti e una divulgazione facilitata. Allo stesso modo di quasi tutti i concetti matematici da applicare durante il gioco, non è importante avere i calcoli precisi al secondo decimale. Quello sarà riservato alle fasi di analisi del gioco ex post, magari con l’ausilio di comodi e appositi software.
Quello che ci interessa è quindi capire la “ciccia” della questione e avere un altro utile strumento da poter applicare da subito con qualche profitto.
LEGGI ANCHE>>> Partire con la mano giusta: la strategia vincente nel gioco preflop
Come si usa il fattore Fold Equity: un esempio pratico
Come già accennato, non esiste un vero e proprio calcolo matematico preciso, che sia fruibile e semplice da poter svolgere a mente in pochi secondi. L’unica cosa che possiamo fare in modo agevole è trascurare molte variabili e fare dei ragionamenti sì un po’ banali, ma avere una bussola approssimativa è certo meglio che vagare alla cieca. Facciamo un esempio per capire il concetto:
Siamo seduti a un tavolo cash game NL Hold’em con bui: 2$/4$ in cui, per comodità di calcolo, poniamo che tutti abbiano 100BB di stack, quindi 400$
Hero’s Hand: 89
Preflop facciamo Raise 12$ e troviamo solo il call del grande buio
Pot: 26$
Flop: 7A6
Oppo: Check
Hero: Bet 16$
Oppo: Raise 45$
A questo punto che si fa? La mossa migliore è certamente 3bettare, pronti a chiamare anche l’eventuale all-in avversario.I motivi sono essenzialmente due:
- Abbiamo un draw molto forte (progetto di scala bilaterale unito a 4/5 di colore) che ha approssimativamente un’equity del 50% sul range di mani con cui l’avversario può mettere i resti dopo il nostro raise. Il che non è certo poco.
- Abbiamo l’occasione di sfruttare il fattore FE per fargli passare eventuali punti già chiusi.
Anche nel caso limite in cui poniamo nel range di all-in avversario solo AA, 66 o 77, avremmo comunque una comodissima probabilità di vincere del 40%. Ma sappiamo bene che ci sono moltissime altre mani che possono spingerlo a passare dopo il nostro re-raise. In uno spot del genere il nostro re-raise equivale essenzialmente ad andare all-in e anche l’avversario, se ha un minimo di buon senso, lo sa bene.
Se optiamo per la 3bet, pressocché certamente ci troveremo poi di fronte a due soli esiti:
- Scenario1: Oppo va all-in per tutti i suoi 400$ e noi facciamo call, per i motivi visti prima
- Scenario2: Oppo passa e noi portiamo a casa il piatto direttamente
Calcoliamo ora l’EV, l’Expected Value
Per stare larghissimi ipotizziamo che lo scenario 1 si verifica indicativamente nel 75% dei casi e lo scenario 2 nel restante 25%. Per calcolare il valore atteso del nostro re-raise (il quale, ricordiamo, abbiamo ragionevolmente posto equivalente ad un all-in) procediamo in questo modo:
- Scenario1A (Oppo perdo lo showdown): Incassiamo 802$ (i due stack interi più il piccolo buio) nel 40% dei casi
- Scenario1B (Oppo vince lo showdown): Perdiamo 372$ nel 35% dei casi
- Scenario2 (Oppo passa già dopo il raise): Vinciamo 87$ (Piatto dopo il raise avversario) nel 25% dei casi
Mettendo tutto insieme abbiamo quindi:
(802*0.4) + (-372*0.35) + (87*0.25) = 320.8 – 130.2 + 21.75 = 212,35$
In questa situazione, eseguendo il nostro raise in questo spot, di media vinciamo 212,35$.
Naturamente abbiamo analizzato qui un caso abbastanza limite, in genere non abbiamo il lusso di incastrare un monster draw simile. Nel nostro esempio avremmo avuto valore atteso positivo anche qualora il range di fold di oppo fosse molto inferiore.
Di contro, siamo stati davvero generosi ad attribuire una % di fold così bassa all’avversario, proprio per esasperare il concetto e renderlo evidente. In situazioni reali è molte più verosimile che ci troveremo meno out (quindi equity più bassa), ma con molta più fold equity.
Consigli sulla Fold Equity: non sopravvalutarla
Fin qui tutto semplice dirai. Invece no, proprio per nulla. Il calcolo di base è concettualmente abbastanza facile, come negarlo, ma le variabili per fare una stima sensata della fold equity dell’avversario sono numerose e di diversa natura. Soltanto dopo aver accumulato molta esperienza al tavolo e aver preso un’adeguata dimestichezza con la stima dei range avversari, è possibile utilizzare questo strumento per compiere la scelta accurata nel poco tempo che ci è concesso per prendere la nostra decisione.
Attento inoltre a non sopravvalutare la Fold Equity in generale.
Come detto all’inizio, abbiamo trascurato per comodità didattica molte variabili. Ci sono molte situazioni in cui i nostri avversari, indipendentemente dal loro stile di gioco, non prenderanno neanche in considerazione l’idea di mollare un colpo potenzialmente vincente.
In particolare, quando lo stack degli avversari è significativamente superiore al nostro e perciò possono serenamente rischiarne una piccola parte, o al contrario quando è talmente ridotto da obbligarli a tentare un colpo con il quale fare double-up per tornare in partita.
La Fold Equity, invece, è maggiore contro un avversario tight, se noi stessi ci siamo costruiti un’immagine solida e abbiamo aggredito oculatamente, senza strafare. Anche se agiamo da early position rappresentiamo fin dall’inizio della mano una starting hand forte, questo contribuisce a indurre il fold.
Cosa importante, in un torneo la fold equity va alle stelle in prossimità della bubble zone, la bolla, ossia la soglia delle posizioni a premi. Tantissimi giocatori in questa delicata fase preferiscono passare grosso modo tutte le mani pur di arrivare a portare a casa le posizioni pagate. Questo, se lo sappiamo sfruttare, può dare una bella rinforzata al nostro stack, proprio in uno dei momenti più cruciali di un torneo o un Sit&Go.