Franco Morbidelli analizza quanto avvenuto in Catalunya con una certa profondità di intelligenza e d’animo.
La caduta di Taka Nakagami ha fatto storcere il naso a molti dei suoi colleghi. L’errore alla partenza nel Gran Premio di Barcellona è rimasto senza sanzioni da parte dei commissari di gara, ma Franco Morbidelli ha dato un’analisi ben più profonda di quanto accaduto nell’incontro con i media in Catalunya, sia sul caso particolare che sulla situazione generale.
Il pilota del team Yamaha factory ritorna su quanto accaduto allo spegnimento dei semafori nella domenica del Montmelò: “E’ stato un grosso errore. È partito dal 12° posto in griglia, è pazzesco. Al Mugello aveva già commesso una manovra su Alex Rins ed è stata dura e al limite, ma a Barcellona ha fatto di più. Dovresti prenderti più cura di te stesso“. In fatti il primo a farne le spese è stato Taka Nakagami, rimasto in ospedale per due giorni con ferite al volto, mentre lo spagnolo della Suzuki ha riportato una frattura al polso.
Morbidelli e la riflessione post Catalunya
Per fortuna Pecco Bagnaia non ha avuto conseguenze fisiche, ma vede allontanarsi le speranze di titolo mondiale dopo lo zero in Catalunya. Un errore che ha portato diverse conseguenze e su più fronti, motivo per cui servirebbe fermarsi a riflettere secondo Franco Morbidelli. “Tutti vogliamo fare risultato, tutti ci prendiamo dei rischi. Ma dovremmo prestare un po’ più di attenzione alla nostra salute e a quella dei nostri colleghi. A volte tendiamo a dimenticarlo. È normale per un pilota e per un essere umano, ma quando accadono queste cose è frustrante“.
Come giudica il pilota italo-brasiliano la mancata penalità al pilota del team LCR Honda? “Per lo spettacolo è una buona decisione, per noi piloti no. Migliaia o milioni di persone vedranno questo video, questa bomba in curva 1, a 250 km/h. Il nostro lavoro è cinico, la vita è cinica, lo sport è cinico“. E aggiunge: “Il capitalismo è la colpa di tutto, maledizione!“.
Per questi e altri motivi Franco Morbidelli invita i piloti del Motomondiale ad avere più rispetto degli altri colleghi in pista ma anche di se stessi, perché a certe velocità la vita corre su un filo del rasoio: “Gli unici che possono badare a noi siamo noi stessi, dobbiamo farlo da soli. Potrebbero scoraggiarci dal tentare tali manovre, ma non lo fanno. E se devo essere onesto, lo accetto“.