Il Dottor Gino Strada ci ha lasciati per sempre: “il medico al fronte” per eccellenza, l’uomo capace di fondare un colosso della portata di Emergency, Ong che contava la sua presenza in 18 paesi al mondo, non ce l’ha fatta.
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Troppo stanco il cuore di un uomo che negli ultimi 26 anni non ha mai smesso di combattere per gli altri. Dal 1994, Emergency assicurava cure mediche e chirurgiche nei luoghi più impensati, nel bel mezzo delle guerre civili più cruente. Laddove la speranza era utopia, Gino Strada aveva portato scienza, cultura del malato, impegno sociale. Gino ha cambiato radicalmente il modo di vivere e interpretare “la missione” del medico nei paesi a rischio. La “sua” Emergency ha incarnato, finalmente, lo spirito dell’uomo, prima che del dottore, le ragioni della vita e dell’amore prima ancora che della scienza, contro la violenza, i soprusi, gli abusi umani.
Gli occhi di Gino hanno visto di tutto, e sicuramente la sua bocca ha raccontato al mondo solo una piccolissima parte dei drammi dei soprusi che il mondo compie ogni giorno ai danni di innocenti. Così come l’inadeguatezza di determinati Paesi, giganti dai piedi d’argilla di fronte alle necessità sanitarie di bambini, anziani, soggetti fragili.
Gino era un tifoso sfegatato dell’Inter: milanese fino al midollo, odiava però il Milan. Una volta in una nota trasmissione televisiva disse senza mezzi termini: “Se devo scegliere, preferisco veder perdere il Milan, piuttosto che vincere la mia Inter”.
Strada, come tutti i tifosi dal palato sopraffino, amava le giocate dei grandi bomber. Ed era innamorato pazzo di Bobo Vieri. Incredibile e curioso l’aneddoto di quando nel 2002, nel pieno del deserto afgano, telefonò con un satellitare all’amico Massimo per conoscere il risultato dei nerazzurri. Ma non era la prima volta.
Eh si, una amicizia speciale, fortissima, lo legava all’ex Presidente e alla moglie Milly, quest’ultima a capo della Fondazione Emergency e sempre in prima fila con iniziative dedicate al sociale nella “Milano bene”.
Era un’abitudine quella di chiamare al telefono Moratti con un satellitare dai posti più incredibili e di farsi raccontare la partita. Ma quando poteva, anche se raramente, Gino scappava a San Siro a vedere dal vivo la sua Inter. E poi la gioia per lo scudetto del 2009, la passione per lo stratega Mourinho, e quei valori, di umanità e aggregazione sociale, così forti anche nella visione dello sport da parte di Massimo Moratti li hanno sempre uniti.
Quando poi il Presidentissimo ha venduto ai cinesi, amici di entrambi giurano che si sentivano sempre più spesso, tra un viaggio di Gino e l’altro per il mondo. Anche perchè l’abitudine di andare a vedere l’Inter allo stadio, Massimo Moratti non l’hai mai persa. E se squillava il telefono, ed era Gino, Massimo era costretto a improvvisarsi telecronista nel bel mezzo della partita.
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L’Inter ha subito espresso con un comunicato, breve ma intenso, il suo cordoglio per la scomparsa di un grande medico e di un tifoso nerazzurro davvero speciale.
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