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Gli Stati Uniti scoprono la F1: che trionfo il GP del Bahrain

Gli Stati Uniti non hanno mai avuto la grande passione per la F1, ma gli ultimi dati sembrano smentire questa convinzione che è cambiata.

In queste ultime stagione ci si è resi conto sempre di più che la F1 sta diventando sempre di più un fenomeno mondiale e che sta venendo apprezzata anche in nazioni davvero insospettabili solo fino a qualche anno fa e tra queste vi sono senza dubbio gli Stati Uniti, uno Stato che ha sempre cercato il rombo dei motori in altri contesti.

Nemmeno durante i successi di Phil Hill in Ferrari o di Mario Andretti in Lotus vi era stato un così simile attaccamento del popolo a stelle e strisce verso la competizione regina delle corse e per questo motivo stanno facendo strabuzzare gli occhi gli straordinari dati relativi all’ascolto delle gare di F1 che nell’ultimo weekend hanno portato a un vero e proprio record.

Stati Uniti F1 (Ansa Foto)

Nella storia degli Stati Uniti sono stati davvero tantissimi gli sport che hanno saputo far sì che il popolo americano potesse rimanere incollato davanti ai televisori o andare negli stadi, in modo tale da creare un rapporto di straordinaria vicinanza con gli atleti, ma il ragionamento in quella parte di mondo è molto diversa rispetto all’Europa.

Per loro infatti lo sport è prima di tutto spettacolo, tanto è vero che sono quasi più amati gli show che precedono grandi eventi come il Super Bowl piuttosto che l’evento stesso, cosa davvero impensabile in un Vecchio Continente che ha sempre badato molto di più alla sostanza che alla forma.

Per questo motivo anche le corse automobilistiche americane per eccellenza sono sempre stati i Nascar, eventi che al grande pubblico europeo non sono mai andati particolarmente a genio preferendo una F1 che ha saputo unire non soltanto la pura velocità fine a sé stessa, ma anche una tecnica di guida di grandissimo livello.

Per questo motivo gli statunitensi non hanno mai avuto un gran rapporto con questo tipo di corse, considerate spesso monotone e poco avvezze allo spettacolo puro, con i sorpassi che devono essere calibrati e ragionati e non solamente dettati dalla spavalderia e dal coraggio del momento.

Negli ultimi anni però la tendenza è davvero molto cambiata, tanto è vero che l’anno scorso il GP di Austin ha fatto registrare una presenza di pubblico come mai si era vita prima in territorio texano e probabilmente la crescita della Scuderia portabandiera, ovvero la Haas, sembra aver riacceso gli animi patriotici americani.

A trasmettere il Gran Premio è stato ESPN che ha raggiunto una quantità di pubblico davvero incredibile, addirittura con una media di 1,353 milioni di spettatori, stracciando di gran lunga il precedente record che era in riferimento al Gran Premio di casa del 2018, dove gli spettatori si fermarono a 1,2 milioni.

Un numero davvero impressionante, soprattutto in un’epoca dove la diretta non è più così dominante ed essenziale, con i servizi di differita che la fanno da padrone considerando come in questo momento ci sia una straordinaria possibilità di scelta non solo a livello televisivo, ma ancora di più dal punto di vista globale con la rete.

Già nel 2021 comunque si sono registrati dati davvero incoraggianti, dato che l’anno passato ha fatto sì che si sfiorasse di media quasi il milione di spettatori ogni Gran Premio, numeri che sono davvero eccezionali per una nazione che non ha mai avuto nella F1 il principale interesse.

La globalizzazione ha portato la F1 negli Stati Uniti: trionfo dell’Europa?

Non possiamo dire con certezza se in questo modo la F1 diventerà a tutti gli effetti uno degli sport più seguiti dagli statunitensi, ma non vi è alcun dubbio che a questo punto è il caso di iniziare tirare le somme dei vari sport mondiali, tra quelli che sono partiti in Europa e quelli che invece hanno visto la luce nel Nord America.

Si può dire che fino alla Seconda Guerra Mondiale i legami sono stati molto divisi, tanto è vero che lo sport veniva visto unicamente come un passatempo, diventando una vera e propria professione solo in qualche nazione, ma la vera e propria globalizzazione è iniziata dagli anni ’50.

La divisione degli sport era netta ed evidente con il calcio che si stava affermando sempre di più in giro per la Vecchia Europa, mentre a livello di motori la F1 stava iniziando a diventare sempre di più un evento imperdibile per i grandi appassionati di sport.

Negli Stati Uniti invece nascevano il basket, il football americano e il baseball, considerati a tutti gli effetti gli sport primari della nazione dominatrice del mondo, ma il problema è che, escludendo il caso di NBA data la popolarità della pallacanestro già nel corso degli anni in Europa, per tutti gli altri eventi è rimasto ancora oggi il più totale disinteresse.

Mentre il calcio e la F1 sono diventati a tutti gli effetti degli sport molto seguiti e di interesse nazionale negli USA, non si può dire lo stesso di baseball e football americano che per la maggior parte della gente del Vecchio Continente sono considerati estremamente lenti e noiosi.

A livello economico dunque si può affermare con certezza che gli Stati Uniti siano ampiamente la prima potenza mondiale, ma per quanto riguarda gli sport e la scelta di essi sono costretti a pagare dazio e dover prendere esempio da altri.

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