Cosa sono oggi i biglietti fortunati che gli italiani amano tanto grattare per scoprire eventuali vincite?
Ormai diventata una vera e propria abitudine per gran parte dei cittadini italiani, il Gratta e vinci è entrato degnamente, certo considerando i consumi, tra quelle che possono essere considerate dinamiche immancabili tra i momenti di vita dei cittadini. Un Gratta e vinci è un abitudine, ormai, al pari di un caffè al pari della giocata al Superenalotto. Con la differenza, però, che questo tipo di abitudine può portare a ben più gravi dinamiche e ben più serie conseguenze.
A volte, però può mettersi in moto un perverso meccanismo, o ingranaggio, che dir si vogli, capace di eliminare dalla pratica di cercare la fortuna attraverso un Gratta e vincita, tutta la componente scaramantica e persino goliardica. Il Gratta e vinci come vero e proprio incubo insomma, qualcosa per la quale si soffre, per la quale si vive, il bisogno di giocare, la scommessa compulsiva che annebbia vista e cervello e fa diventare tutto maledettamente complicato.
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Gratta e vinci, tutto pur di averli: se il gioco diventa una malattia
Cosa può succedere quando il gioca annebbia la nostra mente? Ecco tre esempi che possono rappresentare il metro di giudizio di ciò che il gioco può significare, di ciò che può far diventare. La storia di un ragazzo a Civitavecchia entrato in ricevitoria con il bisogno fisico di giocare, giocare e poi ancora giocare. Gratta un biglietto, poi un altro e poi ancora un altro. Alla fine preso dalla situazione poggia il portafogli su uno dei banconi del bar ed un altro uomo li vicino a lui lo ruba. Anche questo è perdere contatto con la realtà.
Altre storie legate sempre ai Gratta e vinci ci raccontano di Milano dove, uno spacciatore ed un suo cliente sono stati arrestati in strada. I due si erano messi a grattare biglietti dopo l’avvenuta compravendita di una dose. Ed a Prato, invece, dove nel corso di una rapina in tabaccheria sono stati portati via anche i Gratta e vinci, insieme ai soldi e alle sigarette.
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Tutto e niente, insomma, Gratta e vinci mezzo per la fortuna e mezzo per l’inferno. Gioia e incubo, bellezza e tragedia.