Potrebbe non bastare il Green Pass per assicurarsi un biglietto per le gare di Serie A, ma le squadre non ci stanno: è braccio di ferro
Un giorno sono tutti d’accordo, un altro litigano per qualunque problema. I presidenti della Serie A stavolta sembrano abbastanza uniti, ma minacciano la Lega. Il motivo è legato alle presenze negli stadi, ma ha poco a che fare col reale problema sanitario.
A contare è sempre il dio denaro ed è presto detto perché. Perché per adesso il governo ha dato una possibilità alle squadre, con la presenza dei tifosi possibile dalla prima giornata, ma non come vorrebbero le compagini stesse. E quindi il 22 agosto, potrebbe non esserci nessuna partita.
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Il motivo è facile da intuire, sono le squadre di Serie A che non scenderebbero in campo, perché vogliono far rispettare le proprie motivazioni. Al momento, il governo ha deciso per la strada del 50%. Significa che i tifosi si disporrebbero a scacchiera, ovvero seduti un sediolino sì ed uno no, consentendo quindi a metà della capienza di ogni stadio, di essere utilizzata. I tifosi, secondo la disposizione, devono avere almeno un metro di distanza l’uno dall’altro.
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Il Comitato tecnico-scientifico ha già ricevuto per iscritto il malcontento dei dirigenti della Massima Serie, che chiedono una revisione delle regole, altrimenti, si minaccia di non andare in campo per il 22 del prossimo mese. Le stesse società invece, avrebbero richiesto totale potere al Green Pass.
Chi lo possiede ha tutte le carte in regola per entrare in un impianto e se per dirne una, al Meazza dovessero esserci 75.923 possessori della carta verde disponibili ad assistere ad Inter-Genoa, lo stadio potrebbe riempirsi tutto. Tutto questo, calcolando che a causa della pandemia, l’Italia del calcio è una delle nazioni ad averci perso di più a causa di stop e rientro poi senza pubblico. Nella stagione 19/20, la Serie A era già arrivata a perdere il 18% dei propri ricavi. Ora i presidenti, non sono disposti a continuare su quella strada.