Dopo gli ultimi GP cresce la preoccupazione alla Haas. Il team americano motorizzato Ferrari sembrava poter reggere il passo dei migliori.
Se c’è un personaggio del paddock della F1 che non ha paura di dire pane pane, vino al vino, quello è Gunther Steiner. Alla vigilia del round di Baku, il manager della Haas non si è fatto alcun problema a confessare di avere un timore importante. I cedimenti del motore Ferrari potrebbero compromettere una stagione che pareva scattata nel migliore dei modi.
Sì, perché al di là dei botti clamorosi del nuovo “distruggi macchine” Mick Schumacher, che, come ovvio, comportano la ricostruzione quasi da zero del mezzo, Monaco Kevin Magnussen è stato fermato da un guasto alla MGU-K. Un problema che si va a sommare a quello accusato dal figlio d’arte nelle prime libere al cambio.
La MGU-K ha costretto al lavoro extra pure i ragazzi del box Alfa Romeo nel Principato, e Charles Leclerc in Spagna, è stato costretto al ritiro per una défaillance tecnica.
Cresce la paura alla Haas: il sogno è già in frantumi?
Alla luce delle premesse di un campionato che poteva essere finalmente positivo, l’equipe fondata da Gene Haas potrebbe essere costretta ad un ridimensionamento dei proprio obiettivi. Questo è ciò che ha fatto intendere il dirigente meranese qualora a Maranello non trovassero una soluzione.
“Se dicessi di non avere preoccupazioni mentirei“, ha confessato a the-race.com. “Prima di Monaco non c’erano state grosse problematiche, tuttavia lì pure l’ex Sauber è stata costretta ad una sostituzione“.
Rileggendo quanto accaduto davanti al Principe Alberto, il 57enne ha evidenziato come la partenza del danese fosse stata buona e come tutto stessa filando liscio fino al ko per rottura. “Forse non avremmo potuto chiudere tra i primi sei o sette, ma il nono posto era fattibile. E’ stato frustrante dover ritirare la vettura“.
“Dunque se di base c’è un po’ di paura, dopo quanto successo nel recente weekend di gara e maggiore“, ha ammesso sostenendo poi che in zona Modena stanno cercando di capire cosa non abbia funzionato. “Ma forse non sapremo mai la verità fino in fondo“, la riflessione che è tutto un programma.
Infine l’altoatesino ha espresso un desiderio. Poter rivedere la propria line-up lottare per il centro gruppo dopo un avvio di Mondiale che portava in quella direzione, ma che poi ha raccontato una storia simile a quella dello scorso anno, almeno in parte, a causa della mancanza di continuità della performance.