Il futuro di Schumacher è sempre più incerto. Il commento amaro sulle sue prestazioni da parte di patron Haas non fa ben sperare.
Non c’è che dire. Mick Schumacher si trova in un bel ginepraio. Dopo un 2021 da fondo gruppo assieme al suo compagno di box di allora Nikita Mazepin, un po’ a causa dell’inesperienza e un po’ per una macchina ferma nello sviluppo al 2020, in Haas si attendevano da lui il salto di qualità.
Forse per il cognome che porta, velocità, solidità e ottica di gara, sono reputati quasi un must da parte sua. Ma lui, almeno per ora, non è stato grado di produrre quel tipo di prestazioni. Al contrario, in avvio di campionato ha accumulato danni da far girare la testa e solamente in Inghilterra e in Austria ha dato una parvenza di ripresa che lo ha portato a chiudere rispettivamente in ottava e sesta piazza.
Poi però, e qui, è la parte negativa, il figlio di Michael non è stato capace di confermarsi, tornando alle posizioni da zero in pagella. Attualmente 16° della generale con 12 punti, il 23enne ha sicuramente subito la pressione e la vicinanza del nuovo team-mate Kevin Magnussen, 14° a quota 22, e soprattutto meno avvezzo agli incidenti.
Schumacher con un piede fuori dalla F1?
Il quesito sul suo futuro, continua dunque a presentarsi. Da un lato il manager Gunther Steiner pare intenzionato a concedergli una terza, e probabilmente ultima chance. Dall’altro il patron Gene Haas ha una visione meno indulgente.
Per tenerlo l’americano vuole garanzie. “Se vuole restare con noi deve dare prova di saper guadagnare qualche top 10 in più“, ha dichiarato all’Associated Press.
Ormai svincolato dalla Ferrari, Schumi viaggia in solitario. Ciò significa che, qualora a breve il team a stelle e strisce decidesse di scaricarlo, non ci sarebbe nessuno a difenderlo. Aumentando così il rischio di uscita dal Circus dopo appena due repliche. Di certo non quello che avrebbe voluto.
Un appiglio è però rappresento dalla Williams. Di recente il boss Jost Capito ha espresso parole lusinghiere nei suoi confronti. Quindi, messo alla porta Nicholas Latifi l’equipe di Grove potrebbe riparare su di lui che fa sempre un bell’effetto marketing.
Tornando al proprietario della compagine statunitense, alla vigilia del GP di Austin ha fatto un bilancio globale del 2022 finora, rimarcando come fino a metà Mondiale le cose non fossero andate male.
“Poi però siamo calati”, ha riconosciuto. “E adesso dobbiamo riprenderci. Ma la F1 è dura. Ricordo quando siamo entrati. C’erano 6″ tra i migliori e la concorrenza. Adesso siamo tutti entro i 2″. Significa che non ci sono più scuderie non competitive”.
Ecco perché, per il #47 la strada si sta facendo sempre più in salita. “In questo sport neppure ai debuttanti è permesso fare sbagli, in quanto si rischia di pagarli cari. Qui mettere un piede in fallo vuol dire dover spendere dei milioni”, ha aggiunto il dirigente con severo realismo.
“Mick ha senz’altro del potenziale, però ha distrutto diverse auto e ci è costato una fortuna. E noi non abbiamo tutti quei soldi. Se vinci come Verstappen, allora va bene. Ma se finisci fuori lottando nelle retrovie, è qualcosa di insostenibile”, la chiosa tranchant che pare non dare speranze al campione 2020 di Formula 2.