Dall’Olanda Hamilton rende merito al progettista della Red Bull. Sarà un gioco psicologico per far innervosire l’idolo di casa Verstappen?
Dopo un 2021 vissuto sul filo costante della tensione, tra Hamilton e Verstappen non è mai più tornato il sereno. I due, per la verità, non hanno mai avuto un gran dialogo, e le acredini dello scorso anno non hanno fatto altro che raffreddare ulteriormente il loro rapporto. Non appena ne hanno l’opportunità, i due si lanciano frecciate e Lewis ne ha approfittato non appena giunto nel “giardino” di Max.
Con la malizia che lo contraddistingue, l’asso di Stevenage non si è rivolto direttamente a lui, ma complimentandosi con il padre della RB18 ha di fatto ridimensionato l’impatto della guida del driver di Hasselt nei risultati ottenuti in questa parte importante del campionato 2022.
A otto gran premi dal termine la Red Bull svetta con 475 punti contro i 357 di Ferrari. Mentre tra i conduttori, Mad Max è primo con 284, seguito dal compagno di box Perez a 181. Numeri di supremazia netta che non lasciano spazio a dubbi e che potrebbero consentire al figlio d’arte di confermare il proprio titolo già in Giappone a inizio ottobre.
Hamilton punzecchia il rivale
A breve, la scuderia energetica, salvo eventi clamorosi, si troverà a spezzare il dominio Mercedes partito nel 2014 con l’avvio dell’era ibrida e i titoli di coda dell’era d’oro targata Vettel.
In pratica, tornerà a riprendersi ciò che aveva lasciato a fine 2013. Ad aiutarla, sicuramente, le nuove regole con l’introduzione delle auto ad effetto suolo. Un’opportunità sfruttata al meglio dal genialeNewey che, ancora una volta, ha dato prova di possedere quel quid in più degli altri ingegneri/progettisti.
Figura cruciale dietro ai successi di Williams, McLaren e appunto dell’equipe energetica, tutti arrivati in epoche diverse, il tecnico è stato eletto da Ham, quale vera ragione dell’exploit del team nel 2022.
“La monoposto ha un grande equilibrio aerodinamico, è stabile e non soffre di sobbalzi“, l’analisi del 37enne. Riconosciuta l’ottima base di parte della vettura, il britannico si è tolto il cappello davanti al lavoro di gruppo fatto a Milton Keynes. “Anche l’auto del Mondiale scorso era piuttosto valida, anche perché generalmente Adrian non ha mai costruito macchine scadenti. Quella del mio primo sigillo nella massima serie nel 2008 (MP4-23), era un’evoluzione di un suo progetto“, ha ricordato.
“Da quanto so la sua tesi di laurea era sul ground effect, quindi non sono stupito che abbia saputo interpretare perfettamente la nuova normativa”, ha portato alla luce un dettaglio sconosciuto ai più. “Tra l’altro è uno dei pochi rimasti a disegnare a mano. La sua competenza è stata di sicuro un vantaggio per la scuderia“.
Tutto merito della mente e della dirigenza, per l’inglese, che si è ben guardato dal sottolineare le prestazioni dell’olandese. D’altronde è come rispondere pan per focaccia, visto che fino a qualche mese fa, il 24enne ripeteva spesso che tutto quanto raggiunto dal portacolori della Stella era legato ad un mezzo meccanico dall’enorme potenziale.
Lewis è reduce dal primo ritiro stagionale in Belgio a causa di un contatto al via con l’Alpine di Alonso. Chissà che l’aria dei Paesi Bassi non gli dia la forza di fare uno scherzetto all’avversario.