Lewis Hamilton vanta numerosissimi record, ma a Melbourne c’è un dato molto negativo che lo riguarda. Ecco di cosa si tratta.
La carriera di Lewis Hamilton è costellata di successi e record. Il sette volte campione del mondo ha agganciato Michael Schumacher a livello di titoli vinti, ma la clamoroso beffa di Abu Dhabi dello scorso anno che ha consegnato il trono a Max Verstappen gli ha impedito di scavalcare il Kaiser di Kerpen.
Il britannico è primo per quanto riguarda pole position e vittorie, avendone ottenute addirittura 103 ed essendo diventato il primo a raggiungere la tripla cifra. Numeri del genere sono impressionanti, e l’obiettivo resta quello di imporsi per l’ottava volta in carriera e diventare il più grande di tutti i tempi in solitaria.
Tuttavia, questa missione non sarà semplice da portare a compimento. Hamilton ha compiuto le 37 primavere lo scorso 7 gennaio, ed in questo 2022 si ritrova tra le mani una Mercedes diventata, di colpo, più umana. La freccia d’argento si è mostrata in netto ritardo rispetto a Red Bull e Ferrari, e la classifica lo dimostra.
Il team di Brackley accusa un gap di 40 punti nel mondiale dalla Scuderia modenese, e ne ha solo uno di margine sugli anglo-austriaci nonostante il doppio ko di Verstappen e Sergio Perez in Bahrain. Il week-end di Jeddah ha messo in mostra un Lewis in enorme difficoltà, risultando addirittura escluso nel Q1 con il sedicesimo tempo.
Il nativo di Stevenage ha poi rimontato sino ad un modesto decimo posto in gara, mentre George Russell chiudeva agevolmente in quinta piazza. La sensazione è che la F1 W13 nasconda del potenziale, ma che tirarlo fuori risulti molto difficile a causa di un eccessivo porpoising e di una resistenza all’avanzamento che rende poco efficiente la monoposto. In Australia arriverà una nuova ala posteriore proprio per tentare di ridurre il drag, per poi presentare un pacchetto di aggiornamenti più importante ad Imola o Barcellona.
Hamilton, statistica negativa in Australia
Lewis Hamilton si avvicina al Gran Premio di Australia con una classifica piuttosto deficitaria. Il sette volte campione del mondo accusa 29 lunghezze di ritardo da Charles Leclerc, che comanda a quota 45 punti dopo le prime due tappe. Il britannico è in quinta piazza con 16 punti, a -6 dal compagno di squadra George Russell. Il suo bilancio viene salvato dal fortunoso terzo posto di Sakhir, arrivato grazie al doppio ritiro delle Red Bull.
A Melbourne, Lewis vanta lo strepitoso primato di otto pole position conquistate, un record assoluto. Le ultime sei sono state conquistate dal 2014 al 2019, senza alcuna interruzione. Ciò significa che nell’era ibrida nessuno è mai riuscito a fare meglio di lui in qualifica, e l’ultimo poleman diverso dal #44 è stato Sebastian Vettel nel 2013, al volante della Red Bull.
Tuttavia, Hamilton, nonostante le otto pole position, ha vinto qui a Melbourne soltanto in due occasioni. Nel 2008 dominò la scena al volante della McLaren, partendo davanti a tutti e controllando la situazione. La seconda partenza al palo è arrivata nel 2012, anno in cui venne beffato al via da Jenson Button ed in cui concluso al terzo posto.
Due anni più tardi si ritirò dopo pochissimi giri per un problema alla power unit, mentre nel 2015 ottenne la sua seconda ed ultima vittoria in Australia. Nelle ultime quattro edizioni, pur scattando dalla prima casella, ha sempre concluso in seconda posizione, beffato da Nico Rosberg, per due volte da Sebastian Vettel e da Valtteri Bottas nel 2019.
Melbourne negli ultimi anni ha rappresentato una sorta di maledizione per coloro che vi hanno vinto. Dal 2012 in poi, solo Lewis e Rosberg, nel 2015 e nel 2016, sono riusciti a portarsi a casa il titolo mondiale dopo essersi imposti all’Albert Park. Vedremo se questo dato verrà confermato anche in questa stagione.