La mancanza di risultati ha fatto sorgere diverse domande. Hamilton è veramente arrivato al capolinea del suo periodo d’oro?
In Azerbaijan al termine del GP lo abbiamo visto uscire a stento dall’angusto abitacolo della sua auto. Colpa del mal di schiena scatenato dal porpoising, certo, e forse anche un po’ di recita per recuperare quell’attenzione mediatica che ormai gli manca dall’inizio della stagione non calcando più il podio e le prime posizioni.
Proprio alla luce di questo passo del gambero improvviso Lewis Hamilton è passato in secondo piano. Sesto nella classifica generale con 62 punti contro i 150 di Verstappen, l’inglese è uscito dai giochi per quanto concerne il titolo e per molti è diventato materia del passato.
Che dunque il suo sogno di diventare il più vincente della storia della F1 sia giunto al tramonto? Molto probabilmente sì, dato che oltre a Max, ci sono giovani promettenti e talentuosi come Charles Leclerc e Russell capaci di dargli filo da torcere.
Eppure per il team principal della Mercedes Toto Wolff, considerare il suo pilota come finito sarebbe un grave errore.
“A mio avviso non è per nulla al declino. E’ il più grande di sempre“, ha dichiarato convinto dal paddock del Canada dove domani scatteranno le prime prove libere. “Ha dominato l’ultimo terzo di 2021, fino ad Abi Dhabi, e da allora sono passati soltanto quattro mesi, per cui non può aver perso le sue capacità. A Barcellona ha dato dimostrazione di essere ancora il genio che conosciamo“, ha evidenziato ricordando la rimonta dall’ultima alla quinta piazza dopo l’incidente al via con la Haas di Magnussen.
Attento a non creare dissapori con affermazioni sbagliate, il manager di Vienna ha poi minimizzato le migliori prestazioni di George, appena arrivato in squadra.
“Penso che le differenze fra di loro siano marginali“, ha analizzato negando le somiglianze con quanto avvenne in Red Bull con Vettel all’approdo in scuderia di Ricciardo. “Finché la macchina non sarà abbastanza buona per lottare con i più forti, non sarà possibile stabilire chi tra i due sia più competitivo“.
Dopo aver esaltato la professionalità della sua line-up, il 50enne ha svelato un dettaglio importante relativo all’approccio tenuto dai suoi driver. “La W13 non è certamente al top, ma ognuno di loro ha cercato di dare delle indicazioni per farla crescere. Alla fine hanno scelto direzioni diverse in termini di assetto”.
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