Hamilton disastroso a Jeddah: cosa è successo davvero all’auto

A qualche giorno dal termine del weekend dell’Arabia Saudita, la Mercedes svela le ragioni della débâcle di Hamilton in qualifica.

Ancora a caldo la Stella aveva imputato il magro sedicesimo posto raccolto da Lewis Hamilton sabato sera ad un errore nell’assetto, definito un po’ troppo azzardato. Adesso, a qualche giorno di distanza è arrivata la conferma che a rovinare le qualifiche di Jeddah dell’inglese è stato proprio un eccesso di confidenza nel set-up.

Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)
Lewis Hamilton, Mercedes (Ansa Foto)

Eliminato al Q1, con un risultato che non si vedeva da parte sua da almeno cinque stagioni, il sette volte iridato avrebbe fallito a causa della scarsa conoscenza della sua W13, una vettura acerba, ma soprattutto lontana dalle prestazioni delle sorelle maggiori.

La Mercedes spiega cosa è successo ad Hamilton

Se al termine del turno che ha definito l’ordine di partenza per la gara domenicale, Ham si era sentito di chiedere pubblicamente perdono al team, il responsabile degli ingegneri di pista di Stoccarda Andrew Shovlin ha voluto condividere un po’ della cenere sul capo.

Fondamentalmente non riusciamo ancora ad inquadrare la monoposto avendo disputato appena due corse con lei“, ha giustificato l’ingegnere in un video-analisi pubblicato sulla pagina You Tube della scuderia.

Eravamo alla ricerca di un setting ideale per la prestazione. Ne avevamo individuato uno per l’FP3, poi però ci siamo spinti oltre provocando un drastico calo del grip posteriore“, ha proseguito.

Un bel problema visto che su un tracciato piuttosto rapido e con i muretti tanto vicini come quello saudita, la fiducia totale nel mezzo è cruciale. “E’ stato comunque un esercizio utile per comprendere meglio il comportamento della macchina“, ha quindi cercato di evidenziare gli aspetti positivi del fallimento.

Ad aggiungere disturbo al disturbo anche il porposing che sull’ultima nata di Brackley sembra ancora più evidente rispetto alla concorrenza. Ciò significa non poter spremerla al massimo e tirare fuori i tempi.

Al momento non siamo veloci a sufficienza, dunque a meno di non fare tutto corretto, saremo sempre a rischio“, ha considerato con tono allarmante e realista il tecnico. “Dobbiamo trovare una soluzione il prima possibile“, ha poi aggiunto, conscio che se così non sarà, la possibilità di attestarsi di nuovo al vertice tra i costruttori svanirà di conseguenza.

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