Hamilton a i conti con la realtà. Dopo l’arrivo in squadra del talentuoso Russell, non sente più di essere il punto di riferimento interno.
Dopo essere salito sul podio in Bahrain, prova d’apertura del mondiale 2022 di F1 Lewis Hamilton è sparito dal radar. Apparso fuori forma, giù di corda e non più aggressivo come un tempo, ha subito oltremodo i problemi di saltellamento che stanno influenzando la prestazione della W13, ma altresì il confronto diretto con Russell.
Era dal 2016, anno in cui Nico Rosberg non gli soffiò il titolo ad Abu Dhabi, che l’inglese non si trovava il nemico in casa. Un compagno di squadra tanto competitivo da fargli perdere la fiducia e la sensazione di essere l’anello forte, il perno del box di Stoccarda. Se poi si pensa che l’ex Williams ha chiuso in top 3 un due occasioni, si capisce il motivo per cui la sicurezza del #44 si è incrinata.
Hamilton non si senta il capitano della Mercedes
Parlando dopo il confortante, ma ugualmente complicato appuntamento del Montmelo, Ham ha riconosciuto di non essere più il leader della scuderia, ma di essere considerato alla pari di George. Il tutto per spingere il gruppo e farlo progredire dopo un avvio stentato, inimmaginabile venendo da anni di dominio.
“Attraverso le avversità e le sfide impari più di te stesso, come affrontare le situazioni, riflettere e ribaltare il negativo in positivo“, ha dichiarato a planetf1.com. “Personalmente non posso dire di aver appreso qualcosa, ma di certo le esperienze del passato mi sono tornate utili in questa fase. Hanno contribuito a riaffermare i miei punti di forza a livello mentale“.
Il 37enne ha ammesso di avere avuto in queste settimane l’opportunità di riflettere sul proprio lavoro. “Ho compreso di amarlo anche se non sto lottando per vincere. Mi piace la battaglia di cui siamo protagonisti per aggiungere la concorrenza“, ha sostenuto.
Dal canto suo il giovane di King’s Lynn ha definito “d’ispirazione il modo in cui Lewis cerca di tirare fuori il massimo dal team“.
Colpito dall’approccio alle corse del sette volte iridato, ma altresì del boss Toto Wolff, il 24enne ha esaltato la cultura al sacrificio insito in ogni membro dell’equipe. Un atteggiamento che li porta ad essere mai domi e costantemente proiettativi verso il target successivo, senza accontentarsi.
“Tutti, in sinergia, si stanno dando da fare per trovare una soluzione alle problematiche che stiamo incontrando. E’ davvero motivante vedere come i migliori continuano a spingersi a vicenda“, ha sottolineato prima di concludere. “Anche per questo mi sento un privilegiato“.