Lewis Hamilton si è reso protagonista di una rimonta leggendaria, supportata da una Mercedes perfetta. Ecco i motivi del trionfo.
Il Gran Premio di San Paolo ha riaperto totalmente la sfida mondiale tra Lewis Hamilton e Max Verstappen. Dopo i successi negli Stati Uniti ed in Messico, l’olandese sembrava aver messo in ghiaccio il campionato, con la squalifica del rivale arrivata al termine della Sprint Race che aveva fatto il resto.
Uno che vince sette titoli mondiali non va mai dato per morto, e nel corso della giornata di ieri ci ha dato riprova del suo talento per l’ennesima volta. Già al venerdì, giorno di qualifiche, si era visto che la W12 dotata del quinto motore endotermico avesse un passo del tutto diverso dalla concorrenza.
Hamilton aveva rifilato quasi mezzo secondo al grande rivale, ma poche ore dopo ecco la doccia fredda: squalifica per irregolarità al flap del DRS sull’alettone posteriore, e partenza dal fondo della griglia nella Sprint Race. Dopo questa notizia, arrivata a poche ore dal via della “garetta” del sabato, sembrava tutto finito.
Il #44 non si è dato per vinto, e nel 24 giri della Sprint ha dato il tutto per tutto, liberandosi nelle fasi finali di Charles Leclerc e Lando Norris. Questo gli ha permesso di chiudere al quinto posto, e di partire dal decimo (visto il cambio di motore che lo ha portato in penalità) per la gara di domenica.
Hamilton, una prova di forza da campione
Sin dalle prime battute, è stato chiaro che contro il Lewis Hamilton di Interlagos ci sarebbe stato ben poco da inventarsi. L’epta-campione si è portato in quarta piazza dopo una manciata di giri, facendosi cedere il posto sul podio da Valtteri Bottas. Entusiasmante la battaglia contro la Red Bull di Sergio Perez, che dopo una buona difesa non ha potuto nulla contro l’iridato.
Da quel momento in poi, la sfida è diventata una questione personale tra Lewis e Verstappen. L’olandese ha tentato di difendersi in ogni modo, fermandosi in anticipo alla seconda sosta per evitare l’undercut. Al primo attacco vero, il leader del mondiale ha usato ogni mezzo per restare in testa, arrivando anche lungo alla curva quattro.
Pochi giri dopo tuttavia, la superiorità della freccia nera si è palesata in maniera esagerata, rendendo impossibili i tentativi di difesa del rivale. Lewis ha preso la scia e, sempre nella stessa curva, ha sverniciato dall’esterno Verstappen. Una vera mazzata per Super Max, che in pochi giri ha accusato un gap di dieci secondi.
I riscontri in velocità di punta che incoronano la Mercedes
Nella giornata di venerdì, quella in cui sono andate in scena le prime libere e le qualifiche per la Sprint Race, sono arrivati interessanti riscontri per quanto riguarda le velocità di punta. Durante le prove ufficiali, Hamilton ha toccato i 327,1 km/h, contro i 322 di Valtteri Bottas alla fine del rettilineo dei box. Per fare un raffronto, Verstappen non ha superato i 318.
Sul traguardo, Lewis era di circa 3 km/h più rapido del compagno di squadra, mentre Max era il più lento del gruppo a quota 316. Al primo rilevamento cronometrico, l’iridato è passato a 323,9, secondo solo alle Alfa Romeo Racing che da sempre risultano velocissime negli allunghi. Anche qui ci sono un paio di chilometri di differenza con Valtteri, e quasi quattro con Verstappen.
Nella Sprint Race, in cui i riscontri vengono però influenzati dalle scie, Lewis è il più veloce a fine rettilineo con 339 km/h, mentre Verstappen, pur avendo la scia di Bottas, non è andato oltre i 317. Hamilton è al top anche a fine primo settore, dove ha fatto segnare ben 343 km/h!
LEGGI ANCHE >>> Che lavoro faceva il papà di Hamilton? Resterete stupefatti
I risultati della domenica sono piuttosto simili, e fanno capire quanto il nuovo motore abbia aiutato la Mercedes. Se la Red Bull vorrà essere della partita nelle ultime due gare, dovrà senza dubbio andare in penalità. In Qatar la power unit è molto importante, ma diventa fondamentale a Jeddah, dove sono attese delle velocità medie simili a quelle di Monza. La sfida è stata totalmente riaperta.