Il Gratta e vinci è ormai quasi a tutti gli effetti uno degli oggetti dei desideri degli italiani. Ovviamente quello vincente.
Si parla di Gratta e vinci ma non di vincitori, o meglio il vincitore c’è ma non del tutto meritevole secondo alcuni di godere dei vantaggi di quello che consideriamo premio. Partiamo dicendo che ormai il Gratta e vinci è considerato un vero e proprio sogno nascosto per tutti gli italiani, facendo ovviamente riferimento ad un tagliando vincente, questo è fuori discussione. Non c’è settimana in cui, un italiano non faccia un pensiero sull’acquisto di uno dei magici tagliandi, per tentare a fortuna.
Negli ultimi giorni, tornando al nocciolo della questione si è parlato molto di Gratta e vinci, ma non al bar o in ricevitoria, bensì nei piani alti del nostro Governo, li dove si decide il da farsi, dove si sceglie chi salvare e chi no, chi tirare dentro la barca e chi invece lasciare affogare, metaforicamente parlando, è chiaro. Nel Decreto Sostegni bis, abbiamo visto lo stanziamento di 40 miliardi euro per sostenere le imprese italiane. Tra gli emendamenti, uno in particolare considera una proroga alle attuali concessioni proprio del Gratta e vinci.
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La proroga triennale delle concessioni di fatto favorirebbe un’azienda su tutte
Igt, gruppo De Agostini con questa proroga triennale continuerebbe a gestire una grosso giro d’affari da una posizione del tutto privilegiata, perchè per i prossimi tre anni non sarebbe rispettato quella sorta di obbligo di pluralità nella scelta delle aziende che andranno di fatto a gestire come concessionarie determinate fette di mercato. Gli introiti legati a questo tipo particolare di settore arrivano ai 9 miliardi di euro, 7 per il lotto mentre per il Superenalotto sono 2.
Per IGT, riguardo la concessione dei Gratta e vinci, possiamo dire che trattiene come concessionaria una percentuale pari al 3,9%, in soldoni rispetto ai dati forniti precedentemente parliamo di ben 350 milioni.
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Secondo Claudio Durigon, sottosegretario della Lega al Tesoro la proroga delle concessioni è finita spesso nel mirino dell’Autorità per gli appalti pubblici a questo bisognerà capire cosa deciderà il Governo e se qualcosa effettivamente potrebbe cambiare nella gestione della concessione stessa.