Alejandro Gomez è meglio conosciuto come il Papu. Fantasista argentino, classe 1988, è stato per ben sette stagioni una colonna dell’Atalanta. Oggi racconta la sua incredibile verità sull’addio ai nerazzurri.
L’ex capitano e uomo simbolo dell’Atalanta rompe il silenzio. Il protagonista della prepotente ascesa dei nerazzurri bergamaschi tra le grandi del calcio continentale, finalmente vuota il sacco. Dopo oltre un anno dall’addio al calcio italiano scopriamo cosa è successo davvero. Dopo una stagione a dir poco anonima nella Liga Spagnola tra le fila del Siviglia, il Papu Gomez, incredibile ma vero, racconta le vere ragioni del divorzio con i lombardi.
Ma soprattutto il fantasista motiva e giustifica, assumendosi anche la sua parte di colpe, il periodo da “separato in casa” con l’Atalanta. Quando “il sergente di ferro” Giampiero Gasperini lo escludeva sistematicamente dal campo, relegandolo in tribuna o al massimo in panchina. Lui era l’uomo dei 50 goal in 209 partite. Era l’uomo che attirò l’interesse delle grandi del calcio grazie ai suoi brillanti anni in maglia nerazzurra. Era il calciatore che sembrava intoccabile. Tutto questo finì come in una bolla di sapone, con il Papu che diventa un peso di cui liberarsi. E con Gasperini che si impunta con la società fino a minacciare di andare via se l’argentino non sarà ceduto subito.
Papu Gomez: la verità shock dell’argentino
I panni sporchi si lavano in famiglia è un detto molto comune e apprezzato nel mondo del calcio: e quello che succede nel chiuso dello spogliatoio rimane lì dentro. Ma finalmente oggi capiamo la ragione per la quale il Papu Gomez fu estromesso dal progetto Atalanta. Ovviamente le posizioni del calciatore e del tecnico sono diametralmente opposte e ognuno di loro racconta oggi la sua verità.
Siamo nel primo tempo della sfida di Champions contro il Midtylland, Gasperini chiede al Papu di cambiare fascia, glielo ordina in modo perentorio durante la gara. Non solo l’argentino si rifiuta ma non le manda a dire all’allenatore piemontese, con gesti plateali davanti alle telecamere. Oggi Gomez ammette le sue colpe, dichiarando che un calciatore non può avere atti di insubordinazione di questo genere verso un allenatore.
Papu Gomez: quel giorno che il Gasp mi aggredì
Nello spogliatoio succede il finimondo: Gomez e Gasperini vengono quasi alle mani. Il Papu oggi accusa il tecnico di averlo aggredito fisicamente. Gasperini, con molto savoir fair, risponde per le rime, sempre attraverso le colonne della Gazzetta, che avvenne l’esatto contrario. E augurando al Papu le migliori fortune.
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Da quel momento comunque è guerra aperta: Gomez chiede scusa per non aver obbedito alle “commesse” di Gasperini, ma pretende che il tecnico dal punto di vista umano faccia anche lui il suo passo e lo chiede alla società. Non solo il Gasp non lo farà mai, ma si impone con la proprietà. O io o lui. Troppo pesante da digerire quella disobbedienza. La società sceglie l’allenatore e il resto è storia.