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Isolation Play: la mossa per abbattere la concorrenza

Quando parliamo di isolation play ci riferiamo a delle tecniche finalizzate a ridurre i nostri avversari contemporaneamente in una mano. In questo modo andremo ad aumentare le nostre chance di vittoria sotto molteplici aspetti.

Come è facilmente intuibile, maggiore è il numero di giocatori coinvolti in una tale mano, minore saranno le nostre chance di portare a casa il piatto, di ingrandirlo quando siamo forti o tenerlo sotto controllo se necessitiamo miglioramenti strada facendo e, in generale, controllare meglio la pressione sull’avversario e i pattern di puntate. Isolare il gioco ci aiuta quindi sotto molteplici aspetti.

Ci sono molti modi per eseguire una cosiddetta isolation play, ma non tutti sono efficaci o riescono a garantire una “copertura” decente di ciò che abbiamo intenzione di fare. Vediamo come isolare correttamente il gioco, senza al contempo  rendere troppo evidente il nostro gioco.

LEGGI ANCHE >>> Come bloccare un avversario aggressivo e smacherare il suo bluff

Cos’è l’isolation play

In moltissime situazione durante il gioco è più profittevole giocare una mano heads up, piuttosto che competere allo stesso tempo con più avversari in un piatto multy-way.

L’isolation play si può effettuare in molti modi diversi, anche a seconda della situazione e delle possibilità concrete, ma le dinamiche di base grosso modo sono sempre le stesse. Partiamo quindi da queste per poi andare ad analizzare via via le possibili evenienze.

In poche parole si trata di eseguire un controrilancio su un player che aperto con un raise, così da spingere gli altri giocatori a lasciare il gioco, potendocela così vedere con il solo avversario che abbiamo scelto.

I vantaggi che derivano da un isolation play eseguito correttamente e andato a segno sono essenzialmente due:

  • Avere maggiori chance di vittoria giocando heads up, anzichè dover tener testa a più giocatori allo stesso tempo
  • Sfruttare il vantaggio della posizione. Se riusciamo a far passare i giocatori che parlano dopo di noi, potremo giocare il resto della mano in due soli giocatori e noi saremo di conseguenza sempre di posizione.

Quando e come eseguire un isolation play perfetto

Prima di ogni altra cosa, andiamo a vedere quali sono le situazioni nelle quali ha senso effettuare questa mossa e il perchè può essere più o meno profittevole farla.

Già abbiamo visto come lo scopo di questa giocata sia la riduzione delle variabili con un conseguente aumento delle nostre probabilità di vittoria. Il fatto di eseguirla in un momento in cui giochiamo di posizione, non fa che aumentare in maniera ancora maggiore il nostro vantaggio ai danni dell’avversario.

Isolare i giocatori short

La situazione nella quale più di frequente è utile tentare un isolation play è quando abbiamo un player short stack al tavolo durante un torneo e, come è naturale che sia, vogliamo giocarcela solo con lui, senza trovarci “tra i piedi” altri player, magari con maggiore stack.

Accade spesso durante un torneo, specialmente nelle fasi più avanzate, che i giocatori con uno stack basso vadano all in preflop per cercare il double up o rubare i bui e le ante per tornare in partita in qualche modo. Può essere che abbiamo ricevuto una starting hand adeguata a giocarci il colpo, ma non vogliamo rischiare di trovarci qualche altro call dopo di noi. Questo perchè ci troveremmo in tal caso a giocare fuori posizione non col lo short del tavolo, ma magari con qualcuno che, forte della sua posizione su di noi e del rischio che corriamo a scontrarci con un pari stack, ci “metta in mezzo” spingendoci a passare nelle strade successive, giocandosi lo shodown con lo short, con un piatto di oltre 3 volte lo stack del più corto.

Per questo motivo può essere una buona idea rilanciare forte per far capire agli altri player big stack di non ficcare il naso in questa mano. Poi chiaramente se troviamo quello con la monster, prendiamo il cooler e facciamocene una ragione. Sarebbe probabilmente finita allo stesso modo pure facendo solo call e giocando tutta la mano.

Isolare i giocatori short: un esempio

Siamo in posizione di cut off. Il player alla nostra destra è abbastanza short, ipotizziamo 5 big blind, e, dopo che tutti i player che parlavano prima di lui passano la propria mano, questo mette i resti.

Ricevute le nostre carte avevamo spillato un comodo A-Q che gioca bene contro la maggior parte del range avversario.

Come procediamo a questo punto? Analizziamo la situazione:

  • Dalle informazioni che abbiamo raccolto fino a questo momento sui nostri avversari, sappiamo che sia il giocatore che è andato all in prima di noi, sia i player alla nostra sinistra che devono ancora parlare, sono tutti giocatori abbastanza solidi e non proprio dei novellini. Possiamo quindi concludere che lo short di turno non è andato all in necessariamente con una monster. Capiterà spesso infatti che questo può aver fatto la stessa giocata anche con mani medie o addirittura marginali, per poter rubare bui e ante e non rischiare di trovarsi troppo fuori posizione nelle mani successive.
  • Se, di conseguenza, decidiamo di fare solo call, il player che siede sullo small blind e, a maggior ragione, quello sul grande buio, avranno pot odds altissime per chiamare e guardare almeno il flop. In questo caso può capitare di vederli entrare anche con mani marginali o, se hanno stack particolarmente abbondante, addirittura con quasi qualsiasi starting hand. Parliamo di dover aggiungere soli 4 big blind per un piatto di oltre 15. Nel caso chiamasse anche il piccolo buio, beh il pot a quel punto sarebbe di ben 20 big blind e difficilmente troveremo un fold.
  • Facendo un controrilancio, andremo a isolare il gioco togliendo le odds per il call sia da parte del piccolo buio che del grande. La differenza in termini di probabilità di portare a casa il piatto dopo il river è sostanziale. Giocando heads up avremo mediamente una probabilità superiore al 50/70%, a seconda della starting hand nelle mani dell’original raiser. Se invece riceviamo un call dal grande buio, o addirittura anche dal piccolo, le nostre chance precipitano sotto il 30% di media e ci accolleremmo anche il rischio di dover giocare più strade in un piatto multi-way. Di certo non parliamo del nostro scenario ideale.

PER UN APPROFONDIMENTO LEGGI ANCHE >>> La guida completa alle Implied Odds per prendere la giusta decisione

Come e perchè isolare i giocatori che fanno limp

L’isolation play è una giocata perfetta anche per affrontare con profitto i limper al tavolo. Questi giocatori fanno spesso call pre flop, senza rilanciare, per cercare di comprare a poco prezzo la possibilità di chiudere qualche buon punto al flop.

Procedendo son il nostro rilancio per isolare, molte volte riusciremo a spingere il limper direttamente al fold. Guadagneremo quindi il piatto senza troppa fatica. In molti altri casi, invece, troveremo il call e avremo la possibilità di giocare il resto della mano da aggressori e, soprattutto, di posizione.

Il limp seguito da un call su un eventuale raise avversario è una mossa che osserviamo spesso tra i neofiti o i giocatori occasionali che non badano molto alla propria tecnica di gioco.

Su questo presupposto possiamo dire con una ragionevole dose di certezza che attaccare i limper, isolando la mano del contempo, è un’idea certamente vantaggiosa in termini di profit.

Isolation play per tener testa ai maniac del tavolo

Un altro utilizzo profittevole dell’isolation play consiste nel fare un controtilancio contro un avversario ultra aggressivo. Il maniac appunto.

Se nell’esempio precedente lo scopo del nostro re-raise era di giocare lo showdown in heads up, mettendo i resti pre flop, in questo caso lo scopo dell’isolation è di giocare testa a testa con il maniac sfruttando il nostro vantaggio di posizione per aggiudicarci il piatto dopo il flop.

Giocatori maniac: un esempio pratico di Isolation Play

Stiamo partecipando ad una partita cash game NL Hold’em con bui 2$/4$

Uno degli avversari mostra un livello di aggressività molto elevato. Rilancia spesso pre flop e ha al contempo un rate di 3bet molto alto. Chiaramente non potrà avere sempre una starting hand composta da monster, spesso aggredirà quindi anche con mani marginali o comunque non premium. Sediamo alla sinistra di questo player, quindi una volta che il bottone ci supera, giocheremo di posizione su di lui.

Riceviamo le carte e spilliamo una pocket pair di 6. Il maniac piazza l’ennesimo rilancio pre flop. Nessun altro player fino al nostro turno fa azione, ma dopo di noi parlano altri giocatori, bui compresi.

Vediamo le possibilità a nostra disposizione:

  • Possiamo limitarci a fare solo call. In questo caso giochiamo per incastrare il set. Partendo dal presupposto che chiuderemo il nostro set al flop circa una volta su otto, nella stragrande maggioranza delle volte ci troveremo un flop pericolosissimo per la nostra coppia bassa e una continuation bet da parte dell’original raiser. Questa peraltro non ci darà particolari info e giocheremo tutto il resto della mano in forte svantaggio. Sia in termini di carte e punti chiusi, sia in termini di informazioni sul gioco avversario. Di media 6/7 volte su 8 saremo costretti al fold sulla continuation bet. Nulla id cui festeggiare particolarmente, direi.
  • Un ulteriore problema che ci troveremo ad affrontare non rilanciando, ma limitandoci al call, è simile a quanto visto per l’isolation contro il player short. Dopo di noi parleranno ancora i bui. Questi, in termini di pot odds, andranno a comprare la possiblità di vedere il flop con una range molto ampio di starting hand. Potremmo trovarci quindi nella mano, oltre all’original raiser, anche uno o due giocatori ulteriori. Questi possono avere altr pocket pair basse o medie, assi deboli, carte alte, connector suited o meno. Qualora si tratta di un playernon particolarmente tight, possiamo considerare anche altre combinazioni come one gap connectors.
  • Se decidiamo per l’isolation play, piazzando quindi un bel controrilancio, la situazione cambia radicalmente.
    Dando per assodato che il nostro maniac potrebbe avere grosso modo qualsiasi combinazione, sappiamo che la maggior parte delle volte non andrà a migliorare la propria mano con l’arrivo del flop. Due carte spaiate qualsiasi hanno una probabilità di chiudere almeno coppia al flop circa una volta su tre. Possiamo di conseguenza considerare la quasi totalità dei restanti due terzi come piatti che porteremo facilmente a casa con una semplice continuation bet. Inoltre, pure nel caso questi hitti qualcosa, non è detto che sia un punto decente. Avremo quindi buone chance di chiudere positivamente il colpo anche sulle strade successive, aiutati sempre dal fatto che le giocheremo di posizione.

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