Non saranno solo i calciatori dell’Italia a dover rinunciare ai Mondiali, guardate quanti soldi ci perde la Federazione.
Che l’Italia mancherà anche il prossimo Mondiale di calcio, dopo essersi assentata nel 2018 in Russia, lo si è capito. Una disfatta che ha fatto già riflettere, in meno di ventiquattro ore, perché arrivata dopo un Girone assolutamente passabilissimo, e dopo una semifinale di Play-off, con tutto il rispetto dovuto, persa con la Macedonia. Una squadra azzurra, che a Palermo riesce nell’impresa di non segnare neanche un gol ai macedoni, subendone però uno, mortifero, nel recupero. E così, Mancini, fa il Ventura-bis.
Proprio pochi mesi dopo che gli stessi azzurri avevano portato a casa l’Europeo, proprio pochi giorni dopo il ritorno alla vittoria delle Ferrari, doppietta addirittura in Bahrain. E dopo un’estate dove con le Olimpiadi, il tricolore aveva visto medaglie di ogni tipo. E poi c’è il gol di Trajkovski, attaccante dell’Al Feiha, e si ritorna sulla Terra. Un gol, quello, che ora fa male a tutto il movimento, e non si tratta solo di sport.
Grandi rivoluzioni, per adesso sembrano non doverci essere. Almeno al momento, non si dimettono presidenti e c.t., ma non è detto che almeno una testa, quella del tecnico, non possa saltare a breve. I nomi sono stati fatti, quelli di allenatori come Fabio Cannavaro, Claudio Ranieri, Gennaro Gattuso, ma anche di Marcello Lippi, campione del mondo nel 2006, con una nazionale che nessuno potrà mai dimenticare. O meglio, nessuno di quelli che possono.
Sì, perché c’è un’intera generazione di italiani che non ha ancora visto l’Italia ai Mondiali. O almeno qualcun altro meno giovane, che non ricorda una fase finale giocata dagli azzurri, viste le brutte figure di 2010 e 2014. Intanto però, c’è da guardare avanti e trovare subito una soluzione, imminente, prima di rischiare ancora.
E tra l’altro, con molto meno da investire in tutto il movimento. In termini economici si intende, visto che si calcola che una non qualificazione ai Mondiali, voglia dire per l’Italia, perdere circa 100 milioni di euro tra diritti tv e sponsor. Le cadute di questo genere pesano, e si sentono nel tempo. Non sarà infatti, solo una discesa nel ranking a mettere nei guai la Federazione, ma anche le entrate che continuano a mancare, dal 2018 ai giorni odierni. Ma a proposito di denaro, saranno anche forse le società a dover investire maggiormente nei giovani, quelli italiani magari, invece di continuare sulla pista dell’acquisto “bello e fatto”, continuando a prestare ventiduenni e ventitreenni, tra la Serie B e la C. Il processo inizia già da oggi.
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