Molti giocatori hanno sentito nominare il detto “A chip and a Chair” per indicare il fatto che, nel gioco del poker, finché abbiamo un posto al tavolo e una chip nello stack, la partita non è finita.
Ci sono aneddoti che riguardano il poker che sembrano avvero uscite da un romanzo o da un film per la loro straordinarietà. Fortunatamente alcune di queste sono accadute sotto i riflettori, sono documentate e possono essere raccontate con facilità, proprio come quella di un abile poker player professionista che quasi quaranta anni fa ha lasciato tutto il mondo a bocca aperta per una performance che potremmo definire incredibile.
Questa è la strabiliante storia di Jack “Treetop” Straus, un player che nel 1982 vinse il titolo W.S.O.P. con l’ultimissima chip che gli era rimasta.
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Jack Straus era un giocatore texano professionista di poker classe 1930. Il soprannome “Treetop“, letteralmente “Cima dell’albero”, gli venne attribuito al college, quando si stava prefigurando la sua carriera nel basket, per i suoi oltre due metri d’altezza e la corporatura non proprio esile che lo facevano sembrare un gigante in mezzo al resto delle persone.
Sempre durante la frequentazione dell’Università del Texas A&M, Jack inizia ad appassionarsi al betting e ai giochi di carte. Diventa da subito un costante scommettitore di sport, segnando alti e bassi per tutta la gioventù.
Un momento cruciale per la sua vita si verifica quando Jack Straus fa una cosa che nessun player, investitore o scommettitore, dovrebbe mai sognarsi di fare. All’inizio del 1970 mette insieme tutte le sue risorse finanziarie e fa un’enorme scommessa sull’esito del Super Bowl di football americano.
Nonostante tutto Jack è fortunato e la scommessa si rivela vincente, intascando così una grossa somma ed evitando di trovarsi in mezzo alla strada. Dopo il colpo di testa, che fortunatamente gli ha garantito una vincita enorme, Jack si trasferisce a Las Vegas, dove inizia a studiare il gioco del poker specializzandosi nel cash game, non tralasciando però qualche torneo di tanto in tanto.
Gettate alle spalle le pazzie di gioventù, iniziò nei primi anni ’70 a partecipare seriamente alle World Series Of Poker, l’evento più ricco e importante di poker, che si svolge ogni anno a Las Vegas raccogliendo migliaia (o decine di migliaia) di player dai quattro angoli del globo. Durante la sua brillantissima carriera, Jack ha vinto per ben due volte un braccialetto delle World Series of Poker: il primo sbaragliando l’evento $3,000 Deuce to Seven Draw nel 1973 e il secondo dando realmente spettacolo e vincendo il Main Event nel 1982.
Oltre a questi risultati, è riuscito a sedersi per ben tre volte al tavolo finale del Main Event, pareggiando i risultati di altre leggendari poker player del calibro di Doyle Brunson, Stu Ungar, Dan Harrington e Johnny Chan. Jack ci ha purtroppo lasciati prematuramente nel 1988, a soli 58 anni, colto da un aneurisma mentre partecipava ad una delle sue adorate partite High Stakes al Bicycle Casinò di Los Angeles. L’anno successivo venne inserito postumo nella Poker Hall Of Fame.
Il suo nome è impresso nella storia del poker, oltre che per i grandi successi e la l’immancabile acutezza che l’hanno sempre contraddistinto, per due eventi a dir poco memorabili. Il modo in cui ha vinto il Main Event delle WSOP nel 1982, e una mano epica durante una partita di cash game High Stakes, quando eseguì quello che ancora oggi è considerato il uno dei bluff più famosi della storia del poker.
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Jack Straus, secondo molte fonti, ha dato vita al famoso detto “A chip and a chair” con la sua incredibile performance, che l’ha portato a vincere il titolo del Main Event WSOP del 1982.
Jack stava giocando la seconda giornata del’importante torneo, quando fece una grossa puntata, credendo di aver portato tutte le sue chip al centro. L’avversario fa call alla puntata e Straus ne risultò perdente. A quel punto il player fece per alzarsi e lasciare il tavolo, quando già stava prendendo le sue cose per avviarsi verso l’uscita, il dealer gli fece notare alla sua postazione una chip da 500, rimasta nascosta probabilmente sotto un fazzoletto.
Dal momento che il giocatore non aveva annunciato l’all in, la chip rimanente gli venne comunque lasciata. Dopo essersi aggiudicato qualche piccolo piatto, Jack riuscì incredibilmente, mano dopo mano, a ricostruire uno stack che gli permettesse di avere gioco, tanto che riuscì ad arrivare al tavolo finale e aggiudicarsi il braccialetto. Oltre a una ricca prima moneta di ben $520,000, una vera fortuna negli anni ’80.
Alcune voci sostengono che l’evento si sia verificato al final table, altri alla prima giornata e che la chip fosse da 25. Ad ogni modo il libro “All in”, pubblicato nel 2005 e che raccoglie e documenta la storia delle World Series Of Poker, conferma che i fatti si sono svolti durante la seconda giornata e si trattava proprio di una chip da 500.
Oltre alla stranissima storia che riguarda la sua vittoria del titolo WSOP, Jack “Treetop” Strauss è ricordato anche per quello che, a buona ragione, è considerato uno dei più grandi bluff di tutti i tempi.
Trascorsi solamente pochi mesi dalla grande vittoria del 1982, il buon Jack è seduto ad uno dei suoi abituali tavoli Cash Game High Stakes di NL Hold’em. Quella serata le cose gli giravano particolarmente bene, e dopo essersi aggiudicato una lunga serie di grossi piatti, decide animare un po’ la serata piazzando un enorme rilancio preflop al buio, cioè senza guardare le proprie carte coperte dopo la distribuzione.
Dopo il rilancio Jack Straus va a spillare le carte e, con un po’ di amarezza, scopre di aver ricevuto un misero 7 e 2, la starting hand peggiore tra tutte le combinazioni possibili.
Un solo avversario chiama il rilancio e il dealer mostra il flop. Il board è per ora un 7-3-3 che, in fondo, non è sembra neanche così male per il nostro eroe, considerando come era partito. Straus va in continuation bet e si trova un abbondante rilancio da parte dell’avversario. Probabilmente ipotizzando di averlo trovato con un’overpair, Jack prova a rappresentare il tris di 3 mettendo nel piatto la gran quantità di fiches necessarie a coprire il grande raise.
Sul turn cade un 2, che certamente non migliora la situazione. Se l’avversario ha overpair, la sua doppia coppia risulta comunque decisamente avanti rispetto a quella di Jack Straus. Questi non si fa comunque spaventare e prosegue piazzando nuovamente per primo una grossa puntata.
L’avversario, di fronte a questa giocata, va in the tank. A quel punto Straus, il quale certamente non desidera certo il call in quello, per spezzare la lunga riflessione dell’opponent ha il colpo di genio. Offre all’avversario la possibilità di scegliere una delle sue carte da mostrare in cambio di una fiche da 25$.
Il malcapitato si prende quindi qualche altro minuto di riflessione. Con qualche riluttanza decide poi di accettare la proposta e lancia un gettono da 25$ a Straus e indica una delle sue due carte. Jack prontamente la volta e si tratta di un 2.
A questo punto il ragazzo è completamente in crisi e dopo diverso tempo a far supposizioni e ragionamenti, decide che l’unica mano sensata con cui Straus avrebbe potuto fare una proposta del genere è composta da una coppia di due servita che gli avrebbe garantito un full house di 2 e 3. L’avversario decide quindi di passare la mano e Jack Straus mostra il bluff, facendo nuovamente parlare mezzo mondo del poker.
Anche in quest’occasione, il player texano ci ha mostrato come non importa quanto si cada o si parta dal basso, per aggiudicarsi la vittoria in questo gioco.
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