Il presidente della FIA, Jean Todt, ha comunicato ufficialmente che non proseguirà nel suo incarico. Si chiude un capitolo della sua vita.
Uno dei personaggi più influenti del motorsport moderno è sicuramente Jean Todt. Il manager francese, è entrato in F1 nel lontano 1993 con la Ferrari, scelto dal presidente Luca Cordero di Montezemolo per guidare la rinascita della squadra italiana. Debuttò al GP di Francia di quell’anno, nel ruolo di direttore, l’odierno team principal.
In precedenza, aveva accumulato una lunga esperienza in quel ruolo con la Peugeot, che portò al successo alla 24 ore di Le Mans sia nel 1992 che nel 1993 grazie alla mitica 905. Montezemolo aveva subito capito le grandi potenziali del personaggio, piccolo nella stazza ma dotato di enorme tempra e capacità manageriali.
In un’intervista rilasciata recentemente, Jean Todt ha ammesso il suo “no” ad Ayrton Senna proprio prima del 1994, motivandolo con il fatto che Jean Alesi e Gerhard Berger erano già sotto contratto. Il transalpino ha rivelato che gli accordi erano chiari: dopo pochi anni, il brasiliano sarebbe comunque arrivato in Ferrari, ma il destino ha deciso diversamente.
Nel 1994 e nel 1995, la F1 conobbe il suo nuovo padrone, che corrispondeva al nome di Michael Schumacher. Il tedesco portò a casa i primi due titoli della sua carriera con la Benetton, e la rossa lo volle fortemente per proseguire la sua rincorsa ad un mondiale che mancava da oltre tre lustri.
Grazie alla tenacia di Jean Todt, al talento tecnico di Ross Brawn ed a quello sportivo di Schumacher, il Cavallino tornò alla gloria nel 1999 con il titolo costruttori, per poi inaugurare l’era rossa dall’anno successivo. A Suzuka, nel 2000, si celebrò il terzo titolo del Kaiser di Kerpen, che a fine gara si abbandonò tra le braccia di Jean, commosso per il risultato.
Jean Todt, l’addio alla FIA che tutti pronosticavano
L’avventura di Jean Todt in Ferrari è stata brillante, anche se a volte non sono mancate le polemiche. Fu lui a decidere per lo scambio di posizioni tra Michael e Rubens Barrichello in Austria, sia nel 2001 che nel 2002. Quegli episodi scatenarono l’ira dei tifosi e degli addetti ai lavori, si trattò del punto più basso della sua gestione.
Tutto passò in secondo piano in poco tempo, visti gli incredibili risultati ottenuti. Dopo l’abbandono alla rossa di Schumacher, il francese optò su Kimi Raikkonen per il 2007. La scelta si rivelò azzeccatissima, dal momento che il finlandese vinse il titolo piloti ed alla rossa andò quello costruttori.
Dopo l’ennesima annata trionfale, Jean Todt lasciò il posto a Stefano Domenicali dopo 14 anni di onorato servizio. Nel 2009, diventa presidente della FIA, sostituendo Max Mosley, che era stato coinvolto in uno scandalo sessuale e che fu costretto a dare le dimissioni dalla carica.
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Nel 2013, il suo ruolo venne confermato all’unanimità, ma in un’intervista rilasciata in questi giorni a “La Stampa“, ha annunciato ufficialmente il suo addio alla presidenza: “L’Arabia Saudita è il mio ultimo Gran Premio da presidente della Federazione Internazionale, si conclude un lunghissimo periodo della mia vita professionale“.