Josè Mourinho, e sono bastate solo le prime due giornate del massimo campionato, ha già impresso il suo “marchio” sulla Roma Calcio.
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Pur non disponendo di un organico con stelle di assoluta grandezza, è palese che almeno sulla carta Inter e Juventus, tecnicamente, abbiano qualcosa in più, l’allenatore lusitano, ci sono pochi dubbi, sta già facendo la differenza. Mou ha le carte in regola per condurre davvero lontano i giallorossi già nel corso di questa prima stagione nella Capitale. L’uomo dell’indimenticato triplete interista, l’uomo che ha riscritto la storia del calcio nerazzurro, possiede qualità che altri, palesemente, non hanno. Pragmatismo, intelligenza tattica fuori dal comune, l’incredibile capacità di trasformare un buon giocatore, se ovviamente possiede talento nascosto, in un calciatore straordinario.
Permettendogli di alzare al massimo il suo rendimento. Nelle prime due partite abbiamo visto una Roma camaleontica, dove è emerso il meglio da parte di tutti, da subito, grazie alla mano di Mou. I piedi buoni di Pellegrini e Zaniolo, la tecnica di Mkhitaryan, l’euforia atletica e agonistica di Tammy Abraham, le parate di Rui Patricio, probabilmente il miglior estremo difensore che la squadra della Capitale abbia avuto dopo Tancredi e Alisson, la duttilità di Mancini e di El Sharaawy, senza dimenticare l’atteso ritorno di Spinazzola, potranno fare la differenza. E’ andato via Dzeko, che rappresenta l’uomo da 20 goal che manca all’appello, inutile negarlo. Chissà, in questa Roma, con il Totti di 5 anni fa in campo: nessun traguardo poteva essere precluso. Non sarà una squadra da scudetto, ma se Pinto prende ancora qualcosa a gennaio e attua una campagna rinforzi massiccia il prossimo anno, senza toccare un solo pupillo di Mourinho, si può davvero pensare di aprire un ciclo vincente. Obiettivo minimo: almeno entrare tra le prime 4 e vincere la neonata Conference League.
Intanto Josè Mourinho, presto lo raggiungerà la famiglia a Roma, ha lasciato ufficialmente l’albergo dove alloggiava provvisoriamente. E si è sistemato nell’appartamento extra lusso scelto per il suo periodo capitolino, i tifosi si augurano il più lungo possibile. Niente ville all’Eur, lì lontano da Trigoria, come gli altri giocatori. Il portoghese, questa è la sua forza, mantiene un profilo molto forte e autonomo lontano dal campo di gioco. Pochi rapporti con i calciatori, pochissimi, a cui dà tutto durante la gestione di partite e allenamenti, ma fuori è inavvicinabile.
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Mou ha deciso di vivere la città, la Capitale, il popolo romano. E qui emergono le sue doti di straordinario comunicatore. Vivrà nella Roma dei turisti, scelta inusuale ma efficacissima, a due passi da Piazza di Spagna, a Palazzo Taverna. Nella casa di lusso che fu di Brad Pitt e Angelina Jolie. In un edificio costruito nel 1600. L’unico problema potrebbero essere i 30 km da Trigoria, dove Mourinho, nella sua figura di manager, avrà anche il suo ufficio personale. Non è da escludere un pied a terre nei pressi del centro sportivo, di appoggio nei week end caldi, per poi godersi il centro storico negli altri giorni. Ad arredare la casa, a riempirla di arte e cultura, ci penserà la figlia, Matilde, nota fashion influencer di livello mondiale.
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