A differenza di molti sportivi, Kvyat resta fedele alla Russia. Ma la sua scelta contro la FIA costerà cara alla sua squadra attiva nel WEC.
Daniil Kvyat non ne ha voluto proprio sapere di seguire la regola imposta dalla Federazione Internazionale. Se buona parte delle discipline sportive ha bandito gli atleti russi, quale atto di protesta contro l’invasione dell’Ucraina da parte di Vladimir Putin, l’automobilismo ha adottato un atteggiamento più blando e permissivo.
Anziché estromettere i piloti, l’ente federale ha reso obbligatoria la firma di un documento che impone una partecipazione neutra agli eventi. Ciò significa senza vessilli e altri identificativi della nazione che ha dichiarato guerra.
Kvyat si ribella: ecco la sua decisione
Se un po’ a tutti è andata bene questa strada di compromesso, non lo stesso si può dire per Daniil. L’ex Toro Rosso e Red Bull ha detto no, rifiutando di adeguarsi ai nuovi dettami. Con lui, il capo della scuderia nonché lui stesso driver Roman Rusinov.
“In qualità di rappresentante del team Russian G-Drive Racing non voglio accettare le condizioni discriminatorie definite dalla FIA“, il disappunto espresso sui social. “L’obiettivo di ogni sportivo è sentire il proprio inno sul podio. In dieci anni di esperienza (il debutto è avvenuto nel 2013) internazionale, la nostra scuderia lo ha vissuto parecchie volte“.
L’impossibilità di competere sotto l’insegna del proprio Paese ha dunque creato una frattura tra l’equipe vincitrice della Coppa Pro-Am della European Le Mans Series del 2021 e la Federazione.
“Nel nostro percorso abbiamo sventolato la bandiera russa, ascoltato e cantato il suo inno. Dunque, per rispetto ai nostri fan, al mio collega di marca e all’onore sportivo, non firmerò il documento“, prosegue lo sfogo.
Le parole da sole servono poco. Ecco dunque, che prima di subire conseguenze, il 40enne moscovita ha reso nota la dolorosa scelta di ritirare l’iscrizione della G-Drive dal WEC 2022.
“Non prenderemo parte al campionato al via fra quindici giorni dagli Stati Uniti“, l’intenzione chiara e tonda del boss.
Lo stesso Daniil, nei giorni scorsi, aveva definito pubblicamente un’ingiustizia negare agli sportivi provenienti dalla Russia l’opportunità di partecipare alle gare.