Daniil Kvyat non ci sta e prende una posizione: parole pesanti

Daniil Kvyat non è stati fortunatissimo nei suoi trascorsi in F1, ma non può sopportare l’idea di non poter correre per motivazioni politiche.

La F1 è uno degli sport più amati nel mondo e purtroppo troppe volte si è deciso di mischiarla con la politica per lanciare dei messaggi che, giusti o sbagliati che possano essere, non devono in alcun modo essere confusi con la disciplina.

Daniil Kvyat ha infatti espresso chiaramente la propria opinione riguardo a ciò che sta accadendo in Russia e in Ucraina e ovviamente si è detto contrario all’azione militare del suo governo, ma allo stesso tempo ha fatto capire come gli atleti non c’entrano nulla in questa situazione e una loro squalifica sarebbe deleteria.

Daniil Kvyat (Ansa Foto)
Daniil Kvyat (Ansa Foto)

Nel mondo dei motori è diventata ormai triste consuetudine quella di inserire all’interno delle varie gare degli slogan più o meno politici spiegando come gli atleti e gli sportivi siano dei personaggi famosi e debbano sentirsi quasi obbligati a mandare un messaggio di un certo tipo.

Onestamente non sono mai stato di questa idea, perché lo sportivo deve essere valutato unicamente per il suo mestiere e se dovesse voler lanciare un messaggio deve essere spontaneo, sincero e non imposto.

In questo momento siamo tutti tristemente a conoscenza della situazione drammatica di Russia e Ucraina, con questi ultimi che si sono visti da un giorno all’altro invadere dai vicini di casa e in diversi casi hanno dovuto subire il triste attacco delle bombe.

La speranza è che l’ennesima follia umana possa avere ben presto una fine nel modo migliore possibile, ma intanto le varie federazioni stanno mettendo una toppa disastrosa che sta causando solamente odio e rancore.

Negli sport di squadra come calcio e basket, le compagini russe sono state già escluse dalle competizioni, scelta che in questo caso può essere vista correttamente dato che è giusto colpire le federazioni russe e il campo neutro diventa molto complicato nel momento in cui nessuno in questo momento vuole avere a che fare con questa nazione.

Il problema nasce però per gli sport singoli o comunque dove la sede della squadra non è in Russia, come la F1 dove diversi piloti sono in grande preoccupazione perché potrebbero rimanere esclusi dal circus unicamente perché russi.

Daniil Kvyat ha così deciso di parlare chiaramente e di spiegare la sua posizione, mettendo in chiaro gli evidenti limiti di questa situazione che rischia di creare un pessimo precedente.

Kvyat a cuore aperto:” Lo sport può unire i due Paesi”

La scelta di penalizzare atleti singoli, che non hanno più nulla a che fare con la loro terra d’origine e che soprattutto non possono in alcun modo interferire con la politica interna, è totalmente contraria ai principi etici dello sport.

“È una decisione ingiusta che va contro i principi che ci insegna lo sport: unità e pace. Chi altri, se non noi atleti, può aiutare ad avvicinare i due Paesi?”

Questo il pensiero di Kvyat che rischia, assieme al connazionale Mazepin e a tanti altri, di ritrovarsi senza lavoro a inizio anno quando per lui era già pronta la partenza della stagione dell’endurance.

Il russo infatti ha spiegato perfettamente come nello sport non ci siano situazioni di guerra, ci siano sfide nelle quali solo i fatti sono in grado di dimostrare chi merita di vincere e chi di perdere e non è assolutamente questo il modo di competere contro una scelta governativa.

La speranza è che la cosa possa chiudersi il più rapidamente possibile, prima di tutto per quanto riguarda il popolo ucraino che in questo momento sta patendo realmente le pene dell’inferno e poi tutto il resto è secondario.

Kvyat ha avuto modo di mettersi in mostra in F1 nel passato guidando anche una vettura prestigiosa come la Red Bull, ma anche adesso che il suo posto è lontano dai grandi riflettori, ha ancora la possibilità di dire la sua opinione e di fare così riflettere e ragionare i vari organizzatori della FIA.

Lo sport deve essere pace e unione e soprattutto è la politica che deve attingere dallo sport e farne da esempio, mentre quando è stato il contrario c’è sempre stato solamente marciume e il male ha trionfato.

Viva lo sport e tutto quello che ne porta con sé e speriamo con tutto il cuore di poter vedere in pista Kvyat, Mazepin e tutti gli atleti russi che non hanno colpa alcuna delle pazze e scellerate decisioni del capo del proprio governo.

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