Dopo le tensioni di Silverstone, Leclerc getta acqua sul fuoco e dall’Austria esalta la compattezza e la sinergia della Ferrari.
La sensazione è che la batosta morale ricevuta in Inghilterra gli bruci ancora, eppure da ottimo aziendalista quale è, dal paddock del Red Bull Ring Charles Leclerc ha insabbiato tutto, raccontando della cena rappacificatrice con il boss Binotto a Montecarlo, nonché del tentativo di quest’ultimo di mandare in archivio la vicenda pagando il tête-à-tête e tranquillizzandolo, chissà forse della posizione che ricopre in squadra.
Perché alla fine, a pesare nella mente del 24enne non è tanto il quarto posto che poteva essere un primo, quanto l’essersi visto defraudato del ruolo di leader di cui si sente investito già da quando c’era ancora Sebastian Vettel al suo fianco.
“Con Mattia abbiamo analizzato la strategia e ci sono sicuramente delle cose che avremmo potuto fare meglio“, ha spiegato alla stampa dal paddock della Stiria. “Considerato l’ordine d’arrivo abbiamo commesso degli errori, da cui mi auguro sapremo imparare“.
Interrogato a bruciapelo sull’esigenza di dettare una gerarchia, il figlio del Principato ha nicchiato sostenendo di pensare soltanto a svolgere bene il proprio compito. Tornando poi indietro a domenica scorso, si è completamente assolto. “Io non avrei potuto fare nulla di diverso, il team invece dovrebbe rivedere la comunicazione. Se esce la Safety Car bisogna farsi trovare pronti“, ha considerato piccato svelando, senza entrare nei dettaglia, che da questo weekend ci saranno dei cambiamenti.
Quali non è dato sapersi. Il silenzio, per ora, regna sovrano, ma è chiaro che il malanimo in seno al box del #16 sia più vivo che mai. Lo si è capito dalla vociferata assenza di alcuni membri della Rossa sotto il podio di Silverstone, ma altresì dalla replica del pilota alla domanda sull’esigenza di ordini di scuderia più severi. “Non sta a me esprimermi al riguardo“.
Leclerc difende la Ferrari. Sarà sincero?
Al termine del round inglese su tutti gli schermi del mondo è rimbalzata un’immagine a dir poco eloquente. Il responsabile di Maranello che con fare redarguente puntava il dito verso di lui. Che fosse il rimbrotto per qualcosa che si era lasciato sfuggire via radio?
“Non mi è mai stato chiesto di non dire qualcosa“, ha cercato di spegnere gli eventuali fuochi. “Tento però sempre di contenermi per non dare adito ad amplificazioni“.
Insomma, nessun malumore interno o mal di pancia. Soltanto un po’ di sana delusione per una vittoria e una potenziale doppietta mancate. Per il resto grande felicità per Sainz e un’atmosfera collaborativa che manco i Tre Moschettieri. “Non vi è alcun tipo di divisione“, ha assicurato prima di aggiungere: “Dovrei parlare con Carlos? Non ho nulla da dirgli. I complimenti glieli ho già fatti”.
Evidentemente piuttosto irritato, Charles ha concluso facendo i piani per il weekend in arrivo sperando nel riscatto. “La pista mi piace perché è breve e mi ricorda il karting. In precedenza ho fatto buoni risultati, quindi conto nell’assenza di problematiche“. La chiosa che sa di preghiera dopo un periodo con molte ombre.