Un potere che potrebbe facilmente dare da solo una svolta alle nostre relazioni personali, lavorative e, visto che siamo qui per questo, anche per il nostro gioco nel poker e nelle competizioni in generale.
Non andremo a parlare di strani trucchi magici o di mentalismo. Neanche ci spingeremo ad analizzare sorprendenti “letture” che hanno permesso a qualche giocatore di fare fold con poker perché avesse intuito un poker più alto o meraviglie del genere. Giocando migliaia e migliaia di mani con il giusto mindset capita di prevedere il gioco avversario, al punto di capire perfettamente quali sono le due carte coperte che sta utilizzando, ma andare a delineare un metodo riproducibile e alla portata di chiunque, sarebbe decisamente un lavoro fuori scala.
Quello che possiamo fare è però analizzare, in termini generali, quali strategie possiamo utilizzare per capire meglio la situazione che stiamo affrontando, identificare con una maggior accuratezza il tipo di gioco o addirittura la mano del nostro avversario e usare tali informazioni per aggiustare il tiro in ogni situazioni nella quale dobbiamo prendere una decisione.
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La cosiddetta “Lettura del pensiero” nel poker riguarda tutte quelle situazioni in cui si prendono difficili o controintuitive decisioni, che poi però si rivelano corrette. Quasi come se avessimo letto il pensiero del nostro avversario. Questo tipo di decisioni sono basate sul fatto che il giocatore è riuscito ad analizzare tutta una serie di informazioni raccolte prima e durante la mano, che l’hanno poi spinto con una buona dose di sicurezza ad optare per una scelta di gioco o di azione, piuttosto che per un altra.
Poche cose danno più soddisfazione del riuscire a intuire il gioco avversario e prevederne le mosse, giocando quasi come se il nostro avversario fosse a carte scoperte o i suoi pensieri venissero visti e uditi durante la loro produzione.
Quella che ad alcuni può apparire come una dote o un talento speciale riservato a pochi eletti, non è altro che un insieme omogeneo di studio della tecnica, enorme database di mani giocate e analisi attente e minuziosa di tutte le dinamiche e strategie di base che influenzano ogni momento di decisione all’interno del gioco e della singola mano.
Nulla quindi di impossibile da raggiungere. Parliamo come sempre di abilità che, salvo problematiche cognitive importanti, chiunque può apprendere e padroneggiare dopo un adeguato e costante allenamento.
Più che una tecnica a se stante, l’apparente lettura del pensiero è più simile a un atteggiamento mentale che bisogna abituarsi a mantenere ogni volta che giochiamo o assistiamo a una mano di poker.
Ciò che culmina con un call o un fold inaspettatamente perfetto al river, non è altro che il frutto di un processo iniziato molto prima. Prima addirittura dell’inizio della stessa mano.
Si tratta di mantenersi sempre e costantemente recettivi circa tutte le informazioni che possiamo cogliere durante una mano. Nostra o giocata da altri avversari tra loro. Imparare quindi a notare e memorizzare eventuali pattern di gioco avversari.
Quante volte un tale giocatore tenta un bluff in una tale situazione. Gli importi di rilancio in varie situazioni diverse. Se rimangono sempre gli stessi o variano a seconda delle finalità che il player in questione di pone volta per volta. Eventuali tell consolidati o cambi di atteggiamento o modo di parlare a seconda delle intenzioni nella mano. Come si comporta in caso di progetti nuts e non. Come reagisce ad azioni inaspettate o a puntate da size inusuali. Questi sono solo alcuni esempi delle informazioni che si possono raccogliere durante il gioco. Che siamo all’interno della mano o semplicemente la osserviamo da esterni.
Per capire cosa significa fare una lettura del pensiero “come si deve” ad alti livelli, gustiamoci una raccolta di giocate incredibili del fortissimo Daniel Negreanu:
Sei in grado di ripercorrere i percorsi logici che l’ha portato a intuire la mano avversaria?
Come già detto, chiunque può riuscire a fare letture perfette, con il giusto allenamento. Inoltre fare una buona lettura del pensiero che ci porti a ribaltare l’esito, apparentemente scontato, di una mano è qualcosa che può tranquillamente essere fatto in ogni tipo di situazione. Che si tratti di cash game a qualsiasi livello, tornei o sit and go, è possibile mettersi nel mood necessario per la lettura e sfruttare l’esperienza acquisita a nostro vantaggio.
Una volta identificato il modo di ragionare e di prendere decisioni del nostro avversario, potremo riuscire in qualunque momento ad anticipare le sue mosse e sfruttare le informazioni acquisite a nostro vantaggio.
Si tratta in poche parole di fare una sorta di reverse engineering sulle modalità di decisione del nostro avversario. Banalmente significa prendere ciò che fa il nostro avversario in ogni tal situazione. Per dare una sorta di ricetta di questo processo, possiamo schematizzarne le fasi in questo modo
Sulla carta sembra una questione ormai quasi banale. Non facciamoci ingannare però dalla cosa. Questo processo appena descritto può richiedere centinaia o migliaia di mani allo stesso tavolo con un tale avversario e non è neanche detto che poi riusciremo a mettere in pratica ciò che gli abbiamo riservato con tanta cura.
Per questo ed altri motivi la soluzione ideale al riguardo consiste nel prendere questo processo come un’abitudine costante. Deve diventare una predisposizione quasi naturale all’osservazione, l’attenta analisi e l’esercizio mentale costante nell’identificare, almeno ipoteticamente, le strategie migliori per sfruttare questo lavoro.
Come un pattinatore olimpionico, prima di eseguire salti acrobatici, deve imparare a stare in piedi sulle lame e muoversi senza finire con il sedere sul ghiaccio, anche chi vuole approcciarsi alla lettura nel poker deve prima partire da alcuni strumenti basilari. Certo, sarebbe fantastico esser da subito in grado di assegnare con esattezza la mano esatta ad ogni avversario, ma è necessario ora più che mai andare per gradi.
Il primo passo consiste nel fermarsi a ragionare sulle mani. Meglio ancora, su come possiamo suddividere le varie mani possibili in grandi gruppi. Una volta che saremo in grado di identificare e riconoscere questi, potremo passare a ulteriori e più precise suddivisioni.
In gergo la divisione in gruppi di starting hand si dice identificazione del range. Il range non è altro che l’insieme che racchiude una parte di tutte le combinazioni starting hand disponibili o di mani in generale a seconda del ruolo che possono ricoprire in una mano o della loro forza.
La prima grande divisione può essere fatta in identifando quattro grandi categorie di mani:
Una mano nuts indica, se siamo al river, la mano che non può perdere. Non esistono quindi combinazioni migliori di questa. In generale invece, se ci sono ancora strade da giocare e, di conseguenza, carte in arrivo, il nuts indica la combinazione migliore possibile tra tutte quelle disponibili. Esempio: se al river il board si presenta in questo modo: K
Una mano monster, indica sempre una mano ritenuta dal player sufficiente per un rilancio o un contro rilancio, anche di importo elevato. Parlando di una mano monster, salvo rari casi, si parla di una mano con cui l’avversario non ha problemi anche a metterle tutte al centro. Un punto come il set (quindi una pocket pair, coppia servita tra le carte personali, che incontra la terza carta di pari valore tra le carte comuni) e tutte le combinazioni superiori, sono considerate mani monster dalla stragrande maggioranza dei giocatori che possiamo incontrare.
Parliamo di quelle mani che esprimono punti chiusi, per lo più ritenuti decenti. Si tratta quindi di quelle combinazioni con le quali è possibile chiamare per giocarsi lo showdown contando sulla presenza di qualche chance di battere la mano avversaria.
Una top pair con buon kicker, in certe situazioni, può rientrare in questa categoria. Le doppie coppie, i tris, talvolta anche scale e colori non nuts o chiusi magari con una sola carta personale e 4/5 di punto tra le carte comuni. Situazioni ove non siamo certi di vincere, ma che comunque hanno delle possibilità non inesistenti di vincere lo showdown.
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Sono le mani che ancora non sono complete. Progetti di scala, bilaterali e non. Quattro quindi di colore e varie combinazioni di progetti. Mani che hanno ottime chance di diventare molto forti o addirittura nuts, ma che necessitano ancora di un aiuto dal board per completarsi.
Fondamentalmente tutte quelle mani che pressochè non hanno chance di poter vincere allo showdown. L’unica possibilità di estrarre valore da queste consiste quindi nel cercare di far passare l’avversario con un bluff o tecniche analoghe.
Come abbiamo già ripetuto più volte, non ci sono strade più rapide, scorciatoie o pillole magiche per imparare a padroneggiare l’arte della lettura nel pensiero nel poker. Il modo migliore, come sempre, è far diventare un’abitudine costante, ogni volta che siamo al tavolo, fare questo esercizio di attenzione di ragionamento sui pattern notati.
Ogni volta che decidiamo di provare a leggere il gioco di un nostro avversario, che siamo nella mano in questione o meno, dovremmo porci sempre queste domande:
L’ideale è allenarsi a fare sempre ragionamenti per ogni mano che giochiamo direttamente o alla quale assistiamo da esterni. È anche fondamentale verificare ad ogni occasione di showdown se le nostre supposizione erano corrette e, nel caso, aggiustare il tiro o rivederle completamente qualora ci fossimo sbagliati del tutto. Mai come nella lettura del pensiero la pratica è la chiave di tutto. Rimbocchiamoci le maniche e dalla prossima mano iniziamo con il nuovo atteggiamento.
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