La carriera di Lewis Hamilton è sempre stata legata alla figura di papà Anthony. Tra i due c’è stato anche un legame manageriale.
Se si guarda al Lewis Hamilton attuale, ci si trova davanti una vera e propria rockstar. Il britannico ha vinto sette campionati del mondo piloti, raggiungendo, con la vittoria del Gran Premio di Turchia nel 2020, sua maestà Michael Schumacher. Un risultato che fino a poco tempo appariva impensabile, anche solo lontanamente.
Il pilota della Mercedes ha invece dimostrato che tutto questo è stato possibile, grazie a quello che lui afferma sempre: bisogna credere nei propri sogni senza mai mollare. Questo slogan, Lewis, lo conosce bene, visto quello che ha passato da piccolo. Come ha ricordato anche in una recente intervista ad Autosport, la sua infanzia non è stata per niente facile.
Hamilton era oggetto di scherno e di bullismo, per la sua condizione sociale e per il colore della sua pelle. La forza per andare avanti gliel’ha data la passione per le corse, che suo padre Anthony comprese da quando era un infante. Il genitore era tutto fuorché ricco, e per assecondare i desideri del piccolo, si indebitò fino al collo pur di permettergli di correre con i kart.
Hamilton, la somiglianza con il padre è impressionante
Lewis Hamilton deve molto a quanto fatto da Anthony, il quale ha lavorato a lungo nelle ferrovie britanniche sostenendo dei turni straordinari pur di portare a casa qualche soldo in più. Tutto ciò durò per diversi anni, fino a quando il futuro asso britannico non incontrò Ron Dennis, poco dopo la metà degli anni Novanta.
Il boss della McLaren decise di metterlo sotto contratto finanziandogli la carriera nelle categorie minori, sino ai successi ottenuti in GP2 con la ART Grand Prix. Proprio nel novembre del 2006, esattamente 15 anni fa, Ron annunciò Lewis come pilota ufficiale del suo team per l’anno successivo, al fianco del due volte campione del mondo Fernando Alonso. Per il resto, sappiamo tutti com’è andata a finire.
Tornando a papà Anthony, lui ed Hamilton sono stati legati anche dal punto di vista lavorativo. Il genitore ha svolto il ruolo di manager del figlio per gran parte dei suoi anni in McLaren, dal 2007 alla fine del 2011. A quel punto, Anthony decise di seguire solo la carriera di Adrian Sutil, all’epoca in pista con la Force India, uscito poi dal Circus dopo il 2014 in cui corse con la Sauber.
Nonostante il divorzio professionale, padre e figlio restano inseparabili, e spesso li vediamo insieme nei paddock di tutto il mondo, anche se con molta meno frequenza rispetto a prima. Un altro motivo di vanto per quanto fatto da Anthony riguarda il suo secondo erede e fratello di Lewis, vale a dire Nicholas. Il ragazzo ha subito una terribile paralisi cerebrale, che gli ha lasciato inevitabili segni di disabilità.
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Lui non si è comunque perso d’animo, e corre a sua volta in Inghilterra in alcune gare di turismo. Inoltre, è il primo tifoso del pilota della Mercedes. Nella foto in basso, uno splendido scatto della famiglia, in cui si nota l’incredibile somiglianza tra Anthony e l’attuale stella della massima serie.