L’ex presidente della Ferrari, Luca Cordero di Montezemolo, strinse un legame meraviglioso con Michael Schumacher già nei suoi primi giorni a Maranello.
Il salvatore, il messia, il genio, possiamo raccontare Michael Schumacher in tanti modi, ma nessuno troverebbe parole migliori dell’ex presidente della Rossa. Luca Cordero di Montezemolo si innamorò da subito del talento cristallino del Kaiser e lo volle fortemente portare alla corte della Ferrari. Erano anni difficilissimi per la Rossa, forse ancor più complessi di quelli attuali. A Maranello erano alla ricerca di un condottiero che potesse riportare il Cavallino sul tetto del mondo.
C’era bisogno di una scossa e Michael rappresentò quel dono divino che riaccese l’entusiasmo di un popolo stanco di partecipare. L’ultimo titolo piloti a Maranello era datato 1979 con Jody Scheckter. Michael fu ingaggiato, dopo i due trionfi consecutivi con la Benetton, nel 1996. L’atmosfera era rovente, nel circus, dopo la scomparsa di Ayrton Senna, i riflettori erano puntati sul nativo di Hürth. Michael avrebbe potuto vincere ancora in Benetton, scegliere la strada sicura della McLaren, ma volle fortemente legarsi ai colori del Cavallino Rampante per la stagione 1996.
In una puntata del programma “Ossi di Seppia“, serie che visibile anche su RaiPlay, Montezemolo ha raccontato il suo primo incontro con il Kaiser. “Quando lui venne a Maranello la prima volta era vestito quasi come un cowboy. In casa Schumacher c’è sempre stata e c’è tuttora una grande passione per i cavalli. Aveva degli stivali bianchi, ciò che mi colpì di Schumacher era la serietà, l’educazione e anche il grande rispetto che aveva fin dal primo giorno per le persone con cui poi avrebbe lavorato. Stiamo parlando del primo impatto con Maranello con un mondo nuovo e completamente diverso per lui“.
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Il rapporto tra Montezemolo e Michael Schumacher
I due hanno stretto un legame fortissimo nel corso delle 11 stagioni con cui hanno collaborato insieme. La storia d’amore di Michael iniziò nel 1996 e si concluse con un mondiale sfiorato e una gara epica in Brasile nel 2006. Michael ricoprì, successivamente, anche il ruolo di super consulente del Cavallino, prima di legarsi con i rivali della Mercedes, dove corse dal 2010 al 2012. Un triennio con scarsi risultati in cui fu battuto dal giovane teammate Nico Rosberg.
Gli anni in Ferrari avevano un sapore particolare, quasi mistico. Michael aveva trovato il suo habitat naturale, nonostante le difficoltà iniziali. “Il ‘96 è stato un anno per molti motivi importante. Ci fu la vittoria di Michael in Spagna, in una gara difficilissima sotto la pioggia che portò un’enorme entusiasmo. Diede un morale straordinario alla squadra perché dopo tanto lavoro si toccarono con mano i primi risultati dopo tanti sacrifici“, ha aggiunto il manager bolognese.
I tifosi iniziarono a credere che Michael era l’uomo giusto per riportare la Rossa sul gradino più alto. Lo spirito di squadra che si cementò trai i tecnici fu così elevato che nemmeno le delusioni riuscirono a scalfire la convinzione generale che il barone rosso avrebbe, prima o poi, vinto il Mondiale. Il 1997 fu un anno difficile per Michael perché fu molto criticato per la manovra antisportiva compiuta nel weekend finale di Jerez ai danni di Jacques Villeneuve. Michael non si perse d’animo, nella sua testa aveva un solo obiettivo.
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Montezemolo ha raccontato: “La cosa di Michael che ho sempre apprezzato è che quando si vinceva si vinceva tutti insieme e quando si perdeva si perdeva tutti insieme. Nel ‘98 a Suzuka con Michael in pole position, nell’ultima gara, ci bastava arrivare terzi per vincere il mondiale. Eravamo sempre alla ricerca di quel famoso mondiale che mancava dal ‘79 e l’auto non partiva. Fu uno dei momenti più brutti“.
Per la Rossa fu l’ultimo boccone amaro da ingoiare. Nel 1999 la Ferrari si aggiudicò il titolo costruttori e dal 2000 al 2004 Michael Schumacher vinse 5 corone iridate consecutive. Montezemolo ha ricordato anche il drammatico incidente sugli sci di Schumacher. Le condizioni di salute del sette volte campione del mondo sono ancora avvolte nell’ombra, nel pieno rispetto della privacy imposta da sua moglie Corinna. Michael continua a lottare, come ha sempre fatto nella sua vita, anche prima di quel dannato 29 dicembre 2013.