Lutto in casa Milan: nel clan rossonero, in queste ore, piangono per la scomparsa di un uomo speciale, di “uno di famiglia”, come si è soliti spesso dire.
Ma almeno questa volta non c’è alcuna retorica. Perchè lascia un personaggio schietto, gentile, ma soprattutto una figura “storica” e competente, che faceva capo, in qualche modo, a tutto lo stadio San Siro. Per il ruolo straordinario che gli era stato riservato. Posizione che era capace di ricoprire in modo unico, come nessuno.
Testimone diretto delle gesta rossonera negli ultimi 40 anni
Il suo volto, tra la gente, ma più di ogni altra cosa la sua voce, hanno accompagnato il Diavolo nei momenti più belli degli ultimi 40 anni calcistici. Perchè non sempre il dolore, la commozione, nel mondo del calcio, sono legate alla perdita di un campione del terreno di gioco, all’uomo capace di infiammare le platee con le sue reti.
Lutto in casa Milan: addio a Giovanni, la voce di San Siro
Giovanni Marsotto, questo il suo nome, riscaldava il cuore della gente, le sue parole accendevano l’emozione della gara. Giovanni era infatti lo speaker di San Siro. Ma era, più di ogni altra cosa, la voce del Milan Calcio. 87 anni, si era ritirato nel 2010, ma prima di allora, per ben 38 anni, aveva accompagnato i rossoneri nelle loro gesta durante le partite casalinghe. Per un breve periodo era stato anche speaker delle gare interiste, ma il signor “Meteor”, come veniva chiamato da tutti, era ormai considerato un “uomo Milan”, pur non essendo parte integrante della società.
38 anni di Milan: ecco chi era il signor Meteor
Pensare a 38 anni di Milan, a ritroso dal 2010, significa immaginarsi, chiudendo gli occhi, i grandissimi campioni che hanno infiammato il pubblico di San Siro. Sponda rossonera naturalmente. Gli olandesi dell’era Sacchi, le pietre miliari Maldini, Baresi, le vittorie targate Berlusconi, i grandi momenti di allenatori vincenti come Capello e Ancelotti. Il Signor Meteor le ha viste tutte, le ha soprattutto raccontate tutte con la sua voce. I tifosi del Milan gli volevano bene, lì in sala stampa era uno di casa. I colleghi giornalisti lo stimavano. Inevitabile pensare che senza di lui, senza il calore di quella voce, non sarà più la stessa cosa.
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