Lutto nel mondo del basket: la pallacanestro italiana dice addio a un grande capitano.
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Lutto nel mondo del basket: un leader nato, un capitano vero
Era un leader nato, un esempio per i più giovani. Una palese dimostrazione di come con temperamento, disciplina e quel pizzico di qualità innate, si può arrivare davvero lontano nel mondo dello sport. Conquistando traguardi e vittorie, sapendo reagire con orgoglio e lucidità alle sconfitte, stringendo la mano, a testa alta, all’avversario più forte. Ma soprattutto, cosa più importante, rimanendo nel cuore dei tifosi per sempre. Nella mente dei sostenitori di tutte le squadre dove hai militato. La più grande gioia, quando appendi le scarpette al chiodo, quando puoi solo assistere alle gesta delle nuove leve.
Lutto nel mondo del basket: addio a Luca Silvestrin
Luca Silvestrin, 60 anni, per anni capitano della Reyer Venezia, per anni simbolo degli orogranata lagunari, non ce l’ha fatta. Un tumore, in modo implacabile, lo ha portato via in pochi mesi. Strappandolo all’affetto di familiari, amici, colleghi del parquet. Luca ha perso la sua battaglia più importante, ma non per questo verrà dimenticato.
Tifosi lagunari increduli
Incredibile, splendido quel coro “Sì Sì Silvestrin” che cantavano i suoi tifosi. Quella Venezia non era la Reyer di oggi, peccato. Silvestrin figurerebbe a meraviglia nel roster di coach De Raffaele. Si farebbe valere anche in campo europeo. Ma non per questo Venezia non ha avuto da Luca tutto quello che un giocatore di basket possa dare al suo team. La promozione in serie A1 resterà indelebile.
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Quella storica promozione in A1
Una carriera da guerriero: esordio a 16 anni sempre a Venezia, sotto la guida del “Paron” Tonino Zorzi. Che coppia! Era la Canon Venezia. Poi un girovagare ma sempre da protagonista: Pesaro, Forlì, Livorno, Perugia, Udine, Pistoia, tutti grandissimi club, che giovarono del temperamento di Silvestrin. 578 presenze, 18 campionati di serie A. Venezia è stata la sua città la sua vita: con i lagunari ha miliato in tre riprese. Anni 77-83, 94-96, 97-2000.
“Ci lascia un vuoto dentro incolmabile la sua scomparsa. Non c’erano abbastanza stelle in cielo?”. Con queste parole Francesco Vitucci, suo coach nel 95-96, nell’anno del passaggio in massima serie, ricorda Silvestrin.