Cesare Salvadori, leggenda della scherma italiana, dirigente d’azienda, personaggio pubblico illustre e stimato, è morto all’età di 80 anni.
La città di Torino piange uno sportivo straordinario, un atleta che ha fatto dell’umanità e della disciplina la sue armi migliori. Ma soprattutto il Torino Calcio piange un suo tifoso speciale.
Salvadori indossò il vessillo della nazionale azzurra alle Olimpiadi in ben tre occasioni, con risultati straordinari degni di nota: medaglia d’argento a Tokyo 1964, ancora un argento a Città del Messico 1968, con la squadra italiana della sciabola. Nel 1972 a Monaco di Baviera si aggiudicò addirittura l’oro come riserva.
Salvadori amava Torino, la città, e amava il Torino calcio. E fu protagonista, negli ultimi anni, del progetto di Cairo del rilancio dello storico stadio Fidadelfia, assumendo la presidenza della Fondazione.
Lo volle personalmente Cairo che ne apprezzò le doti di comunicatore e di profondo conoscitore della realtà sportiva torinese.
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La società granata ha espresso il suo più profondo cordoglio in queste ore per la perdita di “un figlio del grande Torino”, citandone le doti di sportivo, di uomo, e mettendo in evidenza come, pur non essendo stato un calciatore, ha incarnato da tifoso, da atleta, l’indomito spirito granata.