Mai dire Gol. Impossibile non ricordare il portiere Salvatore Soviero con un sorriso, e perché no anche un pizzico di velata tristezza.
Impossibile non strabuzzare gli occhi sulle sue “imprese”. Quelle che vengono celebrate oggi da youtube e condite da migliaia e migliaia di visualizzazioni.
Potere della tecnologia, quella che permette di consegnare nelle mani della storia, in modo eterno, “personaggi dello sport”. Atleti che però non sempre però sono saliti alla ribalta della cronaca per le loro imprese agonistiche e i risultati brillanti ottenuti sul campo.
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Salvatore Soviero, classe 1973, nasce a Nola, provincia di Napoli.
Sarebbe ingiusto affermare il contrario, estremo difensore dal carattere impetuoso, forte fisicamente e molto reattivo tra i pali, Soviero non è stato tutto affatto un cattivo atleta.
Dai campi polverosi della terza serie, è riuscito a ritagliarsi spazi importanti in piazze gloriose come Venezia, Messina, Reggio Calabria, Genoa, toccando anche annate da titolare nella massima serie. E quindi avendo la possibilità di affrontare da avversario grandi campioni.
Le intemperanze caratteriali di Soviero cominciano però molto presto. Siamo negli anni 90 a Fermo, serie C1, è il 1996. Sasà è giovanissimo. Durante una partita con il Giulianova, aggredisce l’allenatore avversario: addirittura si carica un dirigente abruzzese sullo spalle e lo getta poi a terra. Scene da lotta libera.
L’anno dopo ad Avellino, questo lo sanno davvero in pochi, minacciò per molti mesi un giornalista irpino di una testata locale, reo di affibbiargli voti troppi bassi e a suo dire immeritevoli in pagella.
Ma l’apice della sua carriera, Soviero lo tocca nell’Olimpo del Calcio, la serie A, ed è appunto youtube a consegnarci le scene, “eterne”, delle sue imprese.
Come quando nel corso di una sfida con la Juventus, Soviero difendeva la porta della Reggina, copre di insulti omofobi il povero Del Piero.
Indimenticabili però sono due episodi su tutti: Soviero indossa la maglia del Venezia, è il 2004 e siamo in serie B, nella partita contro il Messina. Per una serie di contestate decisioni arbitrali, a fine gara Soviero corre come un forsennato verso la panchina di Bortolo Mutti e colpisce chiunque gli capiti davanti. Scene incredibili.
Ma non può non passare alla storia anche il tourbillon di insulti, ce lo consegna ancora la rete, che affibbiò a un povero guardalinee durante Brescia-Genoa, militava con i grifoni, per un palese disaccordo su un fuorigioco.
Cosa dite? Avrà trovato secondo voi finalmente pace Salvatore Sasà Soviero? Questo non possiamo darlo per certo. Sappiamo che ha tentato la carriera di allenatore ma è rimasto per ora ancorato alle serie minori campane.
In rete circola un aneddoto, anche autoironico, che se fosse vero dimostrerebbe come nella vita c’è sempre tempo per maturare. Soviero oggi parla di sé ricordando le sue scorribande giovanili e lo farebbe spesso con un pizzico di malinconia, consapevole che un buon talento, il suo, fu bruciato in parte dai limiti caratteriali. Oggi Soviero dice di sé che ha dato retta a chi gli consigliava di darsi all’ippica.
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Gestirebbe infatti anche un’area dedicata ai cavalli, che forse gli hanno trasmesso finalmente pacatezza ed equilibrio.
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