Manca ormai poco, colpi di scena permettendo, all’inaugurazione ufficiale dello Stadio Diego Armando Maradona.
Resterà li, Diego Armando Maradona per sempre nella sua città d’adozione, l’amore per Napoli, la passione per il calcio condivisa con una piazza che di calcio vive e si nutre. Diego Maradona per sempre a Napoli, immagine meravigliosa di uno sport ed di un’epoca smarrita che il tempo conserva con se. Il numero dieci per eccellenza, l’allegoria dell’uomo che è tutt’uno con lo sport della sua vita con la divisa da gioco indossata, che è umano ma forse un po’anche divino.
Il prossimo 29 luglio, salvo colpi di scena, il Comune di Napoli provvederà all’inaugurazione ufficiale dello Stadio Diego Armando Maradona, ex San Paolo, di Napoli. Inaugurazione postuma di potrebbe dire, dettata dall’onda emozionale che lo scorso novembre in seguito alla morte improvvisa del campione argentino spinse in maniera quasi naturale al cambio di nome dello stadio. Da allora però, nessuna cerimonia, nessun evento ufficiale per sancire il legame indissolubile tra il calciatore e l’amata città.
Negli ultimi giorni alcuni contrasti tra l’amministrazione comunale e la stessa Società Calcio Napoli hanno lasciato ipotizzare uno slittamento della cerimonia, in cui dovrebbe essere scoperta la statua dedicata al Pibe de Oro, realizzata dall’artista Mimmo Sepe. I tifosi attendono di sapere cosa succederà il prossimo 29 luglio e soprattutto se potranno assistere o meno alla tanto attesa cerimonia ufficiale.
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La storia di Diego Armando Maradona, caratterizzata da fragorose cadute ma anche da strepitose rinascita inizia tra i sobborghi di Lanus, la sua città di nascita. Giovanissimo fa il suo esordio in prima divisione con l’Argentino Juniors prima di passare alla squadra de suo cuore, il Boca Juniors. Ci sarà poi il passaggio al Barcellona, prima tappa europea del campione argentino, esperienza che però non consentirà al calciatore di esprimersi al meglio in seguito a numerosi infortuni.
La seconda possibilità europea arriva da Napoli, è il 1984, la città partenopea traumatizzata dal terremoto di quattro anni prima e scottata dagli scandali politici seguiti alla grande tragedia collettiva cerca nel calcio il suo riscatto ed accoglie Diego Armando Maradona come un eroe, come il perfetto salvatore della patria, divinità in carne ed ossa alla quale votarsi per riemergere da quelle ceneri in cui da tempo sembra d’essere sprofondati.
Quella storia, meravigliosa, incantevole, epica, porterà a Napoli due scudetti, una Coppa Italia ed un Coppa Uefa. In mezzo nel 1986 la conquista della Coppa del Mondo, con la sua Argentina, in Messico. Diego Armando Maradona è all’apice della sua parabola calcistica e umana quando nel 1991 viene fermato dall’antidoping e squalificato per uso di cocaina. Via da Napoli approderà tempo dopo al Siviglia e poi di nuovo in Argentina fino a fine carriera. Nel 1994 l’ultima beffa, negli Stati Uniti per i Campionati del Mondo, tirato a lucido dopo mesi di inattività. In forma smagliante, fermato ancora una volta per doping, per Diego è la fine.
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Napoli renderà Diego Armando Maradona immortale, espressione pura e concreta di quell’animo mai domo un po’ fiero ed un po’ malinconico. Napoli non dimentica i suoi eroi e quella statua celebrerà per sempre l’uomo, il calciatore, l’eroe che ha fatto della città un cantiere di emozioni, successi ed indomabile passione.
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