Il talent scout Red Bull non nasconde la tristezza per le criticità che Vettel sta incontrando nel suo percorso in Aston Martin.
Il 2022 di Sebastian Vettel non è certo cominciato sotto i migliori auspici, almeno in F1. Il tedesco è stato costretto a saltare i primi due appuntamenti a causa della positività al Covid e in Australia ha accusato problemi tecnici e ha sbagliato molto. Ciò significa che ad Imola si presenterà con zero punti e fanalino di coda della generale.
Una situazione deludente e frustrante per un pilota del suo calibro, ormai da tempo alla ricerca della forma perduta, del guizzo vincente di una volta che gli permetteva di dominare e far addormentare le corse.
Certo la Red Bull di ieri non è la Aston Martin di oggi e i miracoli non li può fare nessuno. Ma forse, con un po’ più di fiducia nel pacchetto della verdona potrebbe aiutarlo a ritrovare la direzione.
Marko in ansia per Vettel
Avere come vicino di box il figlio del patron non gli ha certo dato una mano e anche solo il fatto che a Melbourne, nell’ultimo weekend, i meccanici siano stati istruiti a riparare prima l’auto incidentata di Lance Stroll piuttosto che la sua, è una bella botta all’orgoglio di un corridore abituato ad essere prima donna.
Chiamato ad esprimersi sul suo ex pupillo, Mr. Helmut ha negato che la soluzione potrebbe essere il ritiro immediato. “Non si addice al suo carattere forte”, ha detto ad F1-Insider.
Da qui in avanti, per l’austriaco, il driver di Heppenheim, dovrà comunque sforzarsi di risalire, altrimenti continuare a gareggiare potrebbe diventare pesante, se non un incubo.
“Mi fa male al cuore vedere un quattro volte iridato così“, ha ammesso ripercorrendo un tracollo partito in epoca Ferrari, non appena saputo dell’arrivo di Leclerc al posto dell’amico Raikkonen.
Molto dipenderà dall’auto, tuttavia il progetto del proprietario Lawrence viaggia sul lungo termine e potrebbe non coincidere con le esigenze di Seb, ormai avanti con l’età.
Per il 78enne, il vero guaio della scuderia starebbe nella mancanza di coesione e spirito di gruppo. “Sono proprio questi elementi ad averci consentito di conservare buona parte del nostro staff per molto tempo, malgrado diversi tentativi di ingaggio da parte di altri, compresa l’equipe di Silverstone“, ha sottolineato.
Per il dirigente di Graz accumulare personale di qualità non è garanzia assoluta di successo. A contare è la sinergia. A questo proposito, pizzicato su Dan Fallows da poco fuoriuscito da Milton Keynes per trasferirsi alla vecchia Racing Point e diventarne direttore tecnico, l’ex corridore ha preferito trincerarsi dietro un britannico “no comment”.