Le auto di F1 sono note per le loro straordinarie prestazioni. In pochi immaginano la velocità di punta che possono raggiungere questi bolidi.
Da sempre le vetture di F1 sono considerate la massima espressione della tecnologia applicata alle quattro ruote. Già agli inizi degli anni ’50 le vetture viaggiavano a delle velocità spaventose. Le Alfa Romeo 158 e 159 erano dei razzi che varcavano il confine dei 300 km/h in rettilineo. A differenza delle moderne monoposto, la tenuta di strada in curva era decisamente inferiore. Erano dei missili molto pericolosi, senza aiuti alla guida, che spesso, sui tortuosi e poco sicuri circuiti dell’epoca, uscivano di strada. Tanti cavalieri del rischio dell’epoca sono morti nel tentativo di domare la potenza di quelle auto.
Le performance velocistiche hanno, nel tempo, toccato punte sempre più elevate. L’evoluzione tecnologica ha portato alla creazione di auto sempre più rapide e sicure. Il dato sconvolgente delle vetture di F1 è legato all’accelerazione da fermo. Dal vivo, in particolar modo, si può apprezzare lo scatto fulmineo da 0 a 200 km/h in poco più di cinque secondi. Grazie anche ai moderni autodromi, le velocità sono aumentate sensibilmente anche in curva.
Nel 2016 sono state registrare le velocità di punta più alte della storia. Protagonista dei primati il futuro pilota dell’Alfa Romeo Racing Valtteri Bottas. Il finlandese al volante della FW38 toccò i 378 km/h durante le prove del Gran Premio d’Europa. Sul circuito cittadino di Baku l’attuale pilota della Mercedes diede uno strappo spaventoso sul lungo rettifilo azero. Valtteri Bottas riuscì a segnare anche la velocità di punta più alta nella storia di una gara di F1 nel GP del Messico del 2016. Il finlandese raggiunse i 372,5 km/h anche grazie alla rarefazione dell’aria sulle alture di Città del Messico. L’autodromo Hermanos Rodriguez, infatti, sorge sopra i 2200 metri sul livello del mare.
Leggenda narra che negli anni a cavallo tra il 1968 e il 1971, sul tracciato di Monza, le auto di F1 si spinsero all’incredibile velocità di 390 km/h. Sulla pista brianzola le auto dell’epoca potettero raggiungere, grazie all’effetto scia e a degli assetti con alettoni quasi scarichi, punte spaventose ma non accertate. In ogni caso anche in altre categorie del motorsport si raggiungono certi picchi e, a volte, si superano.
All’edizione 2014 della 500 Miglia di Indianapolis le auto hanno superato i 370 km/h e nel 1996 Paul Tracy, pilota automobilistico canadese, al volante di una Penske raggiunse i 413 km/h sulla pista del Michigan. Nella super classica delle 24 Ore di Le Mans del 1988 la WM-Peugeot pilotata da Roger Dorchy viaggiò all’incredibile velocità di 405 km/h. Va detto che la differenza, però, tra le categorie è sostanziale. Una F1 riesce a raggiungere certi picchi in uno spazio relativamente ridotto e con carichi deportanti consistenti.
Le auto di F1 sono molto leggere e le forze aerodinamiche rendono possibile una aderenza al suolo spettacolare. Con l’aumentare della velocità le auto attuali sono schiacciate sull’asfalto, rendendo possibile performance da urlo in piena sicurezza. Quando una monoposto si spinge alla massima velocità, essa può corrispondere a 2,5 il peso del mezzo. In curva, inoltre, la forza G può arrivare a mettere a dura prova il pilota. Per questi motivi i driver della categoria regina del motorsport sono tra i più allenati al mondo, per sopportare certe pressioni, specialmente nella zona cervicale.
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Le velocità di media di un GP sono molto elevate e portano i piloti al limite. Kimi Raikkonen sulla Ferrari SF71H registrò la media di 263,587 km/h nel Gran Premio d’Italia 2018. Il record appartiene a Lewis Hamilton che, sempre a Monza nel 2020, sulla Mercedes W11 si spinse velocità media sul giro: 264,362 km/h. Prima dell’era ibrida, le auto di F1 non erano da meno sul tracciato brianzolo. Il record dei motori aspirati appartiene al colombiano Juan Pablo Montoya, sulla Williams-BMW FW26, con la media di 262,24 km. Il primato precedente, infine, nell’era turbo era stato raggiunto da Keke Rosberg, papà di Nico, con la Williams-Honda FW10 sul tracciato di Silverstone nel 1985, con la media di 258,90 km/h.
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