C’è chi incolpa Mattia Binotto ed il suo staff per il Mondiale Ferrari e chi invece, svela retroscena che nessuno conosceva.
Le cose nello sport, possono cambiare da un momento all’altro ed anche a discapito di qualcuno. Chi fa questo mestiere lo sa bene, ed è così anche in Formula 1, dove se non arrivano i risultati, iniziano i sospetti. Dalla bordata di Mattia Binotto ad Arrivabene, non sono passati molti mesi, eppure ora sulla sedia dell’imputato, c’è proprio l’ingegnere nato in Svizzera.
La F1-75 sembrava la vera svolta in casa della Scuderia Ferrari, nome prestigioso, che stava cedendo da troppi anni il passo alle altre, vedendo scorrere stagioni e quindi mondiali, senza farla da protagonista. Poi, un’auto performante, due piloti all’altezza e diverse pole position. Ma sole quattro vittorie e l’ennesimo errore dai box, arrivato domenica scorsa. Ecco come mai, proprio Mattia Binotto, ora sembra in pericolo.
Mattia Binotto messo in un ruolo che non gli competeva
Oggi però, è anche facile cercare un capro espiatorio, magari andando a cancellare in qualche errore, anni ed anni di carriera. Non dimentichiamo che il classe ’69 è in Ferrari da quando aveva 26 anni, entrando nel 1995 da ingegnere motorista. Tutta una trafila poi per lui, la famosa ‘gavetta’, ha portato Binotto a diventare dapprima ingegnere motorista per la squadra e poi capo ingegnere corse e montaggio. E ancora, responsabile operativo del Reparto Motori e Kers e successivamente responsabile della power unit, per poi arrivare ad essere il responsabile tecnico della squadra nel 2016. La carica di Team Principal, nel 2019.
Certo, qualcosa non doveva andare in quel modo per quanto riguarda le Rosse, e questo lo sanno e lo hanno visto tutti. Anche Felipe Massa è corso in aiuto di Leclerc con i suoi consigli, ma l’unica cosa che conta è che ora in classifica, Max Verstappen è quasi del tutto scappato, mettendosi a +80 dal monegasco. Dalle chiamate errate ai box, al cambio gomme sbagliato dell’Hungaroring, era inevitabile non arrivare alle critiche, anche pesanti.
Ma c’è anche chi difende l’emiliano nato a Losanna, Cesare Fiorio, Team Principal della scuderia di Maranello dal 1989 al 1991. Ecco cosa ha detto Fiorio al Corriere della Sera, in un’intervista interessantissima: “è un eccellente tecnico, che ha dovuto imparare un lavoro non suo“. Queste, le prime battute dedicate a Binotto, un po’ come a porsi da scudo tra il collega e le copiose critiche. “Adesso deve far ritrovare alla Ferrari lo smalto di inizio stagione dopo errori e guasti, ma per me la macchina è la migliore del campionato”, dice l’ex dirigente italiano, che a quanto pare non ha perso la fiducia.