La McLaren ha perso la sfida con la Ferrari per il terzo posto costruttori, ma ha fatto meglio di Mercedes e Red Bull in un aspetto sottovalutato.
Una delle più importanti squadre della storia della F1 è la McLaren. Il team di Woking ha debuttato in F1 nel 1966, acquisendo fama e gloria nel corso del tempo. La prima vittoria la ottenne proprio il fondatore Bruce nel 1968, al Gran Premio del Belgio, ed i primi mondiali arrivarono nel 1974 grazie ad Emerson Fittipaldi che sconfisse all’ultima gara di Clay Regazzoni.
La squadra britannica è stata tra le dominatrici degli anni Ottanta e Novanta, e solo la Williams è riuscita ad impensierirla con costanza. I due costruttori d’oltremanica monopolizzarono quel periodo, e agli ordini di Ron Dennis divennero campioni del mondo Niki Lauda, Ayrton Senna, Alain Prost e Mika Hakkinen.
A porre fine alla dittatura inglese ci pensò la Ferrari prima e la Renault in seguito, ma la McLaren tornò al mondiale nel 2008, grazie a Lewis Hamilton. Da quel momento in poi, il declino è stato lento ed inesorabile, anche se fino al termine del 2012 arrivavano comunque pole position e vittorie.
Con l’avvento dell’era ibrida, la storica scuderia è crollata, anche a causa dei tre anni di partnership con la Honda che rappresentarono un buco nell’acqua. Nel 2018 si è tornati alla motorizzazione Renault, e grazie a Zak Brown ed Andreas Seild il team ha ritrovato man mano la via della competitività.
La McLaren, dopo la brutta esperienza con Fernando Alonso, ha iniziato a puntare su piloti giovani, come la coppia formata da Lando Norris e Carlos Sainz che ha fatto benissimo nello scorso biennio. Lo spagnolo, nel GP del Brasile 2019, ha riportato Woking sul podio dopo quattro anni e mezzo di digiuno. Le cose sono migliorate ulteriormente lo scorso anno, quando è arrivato il terzo posto finale nella classifica costruttori.
McLaren, unico team a fare doppietta in questa stagione
Il 2021 ha rappresentato il ritorno della partnership tra McLaren e Mercedes. La squadra britannica era stata legata alla Stella a tre punte dal 1995 al 2014, vincendo tre titoli piloti ed un costruttori, nel 1998. Al posto di Sainz, emigrato in Ferrari, è arrivato Daniel Ricciardo, che non ha mai eguagliato le prestazioni di Norris.
L’australiano è comunque riuscito a vincere il Gran Premio d’Italia a Monza, riportando le monoposto inglesi al successo dopo quasi nove anni. L’ultimo a farcela era stato Jenson Button, in Brasile nel 2012. Lando ha chiuso al secondo posto completando una fantastica doppietta, che mancava dal Canada del 2010.
Questo risultato ha permesso alla McLaren di “battere” la Mercedes e la Red Bull. I due top team, che godono di un vantaggio tecnico clamoroso rispetto agli altri, non sono mai riusciti a piazzare l’1-2 in questo 2021. Questo è da imputare al rendimento non troppo eccelso di Valtteri Bottas e Sergio Perez, ma in grado di battersi alla pari con Lewis Hamilton e Max Verstappen.
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Ad onor del vero, bisogna ricordare che a Baku il team di Milton Keynes era ad un passo dal colpaccio, ma sulla monoposto dell’olandese è esplosa la posteriore sinistra, consegnando il successo al compagno di squadra. Le prime guide hanno fatto una differenza incredibile, ed in ogni gara riescono a scappare via senza guardare chi c’è dietro. Questo rende bene l’idea di quanto i due fenomeni siano superiori, ed al momento non sembrano avere eguali tra i loro colleghi.