La Mercedes non ha il passo della Ferrari, ma oltre alle prestazioni c’è un aspetto che va rivisto. Ecco di cosa si tratta e le soluzioni.
Il Gran Premio del Bahrain ha messo in mostra una Mercedes ben diversa a quella a cui eravamo abituati. Dopo una trentina di giri, le frecce d’argento accusavano oltre mezzo minuto di gap dalla Ferrari di Charles Leclerc e dalla Red Bull di Max Verstappen, un qualcosa di assolutamente inimmaginabile sino a poco tempo fa.
Lewis Hamilton, grazie ad una bella partenza, era riuscito a scavalcare Sergio Perez, e per diversi passaggi ha insidiato anche il terzo posto di Carlos Sainz. La sensazione è che la W13 riuscisse a tenere il passo a gomma fresca, nei primi giri dello stint, salvo poi crollare nel corso della durata dei vari run.
Questo ci fa capire che uno dei maggiori problemi della nuova Mercedes è legato ad un consumo eccessivo della gomma, un qualcosa che si vedeva molto spesso prima dell’inizio dell’era ibrida e del famoso test segreto di Barcellona del maggio 2013. La freccia d’argento è una monoposto talmente estrema che ha bisogno di diverse settimane per essere messa a punto a dovere, a causa dei concetti piuttosto innovativi che ha integrato specialmente nella zona dei sidepod.
Hamilton, a fine gara, è riuscito a strappare un podio grazie al doppio cedimento sulle Red Bull, mandando anche una frecciata al team di Milton Keynes via radio: “Risultato fantastico ragazzi, dobbiamo lavorare ma arriveremo dove vogliamo. L’affidabilità è molto importante e noi l’abbiamo raggiunta“.
Tuttavia, le prime novità tecniche non dovrebbero vedersi prima di Barcellona, e già dalla prossima gara di domenica, a Jeddah, il team di Brackley dovrà tentare di giocarsela sugli assetti per riguadagnare terreno. A causa del porpoising, la monoposto progettata da James Allison e Mike Elliott aveva delle velocità di punta molto basse, che in Arabia Saudita peseranno ancor più rispetto al Bahrain.
Mercedes, Toto Wolff parla dei problemi ai pit-stop
La Mercedes è sempre stata tra i migliori anche nelle soste ai box. Eravamo abituati a vedere delle sfide serrate fra i meccanici del team di Brackley e quelli della Red Bull, che spesso e volentieri riuscivano a stare sotto anche al muro dei due secondi. In questo 2022,i pit-stop sono più lenti, a causa delle nuove gomme più pesanti e dei copricerchi.
La Ferrari è stata nettamente la squadra più efficiente da questo punto di vista, effettuando tutte le soste ben al di sotto dei tre secondi. La Red Bull non è apparsa troppo distante, mentre la Mercedes ha sofferto toccando anche i quattro secondi in un paio di occasioni.
Su questo aspetto si è espresso Toto Wolff, il quale ha concesso un’intervista a “Motorsport-Total.com“: “Come sappiamo, non sarà possibile essere veloci come accadeva in passato durante le soste ai box. Non è banale entrare in questi cerchi con un avvitatore ad impulsi, ma questa non è una giustificazione valida per spiegare la nostra lentezza nei pit-stop in Bahrain“.
Come sempre, il manager austriaco pretende che ogni tassello vada nel modo giusto: “Se vogliamo essere davanti dobbiamo migliorare in questo aspetto. La gomma Dura montata nel secondo stint? Ci abbiamo provato perché non avevamo molte carte da giocare, ma non aveva il ritmo giusto e perdevamo un secondo al giro. Dobbiamo capire bene come sfruttare il nostro potenziale e tornare più forti nelle prossime gare“.
Domenica, come detto, si disputerà il Gran Premio dell’Arabia Saudita, dove Lewis Hamilton ha conquistato la pole position lo scorso dicembre per poi vincere la corsa al termine di un duello mozzafiato con la Red Bull di Max Verstappen. Il sette volte iridato è pronto alla battaglia, nella speranza che la monoposto faccia dei concreti passi in avanti.