Tra Mercedes e Red Bull è guerra aperta. Ora è la sospensione della freccia nera a finire sotto accusa ad Austin. Ecco i dettagli.
Il fine settimana del GP degli Stati Uniti che è di scena ad Austin ha già regalato emozioni forti. Ed il bello è che si sono disputate solo due sessioni di prove libere nella giornata di venerdì. La Mercedes appare leggermente avvantaggiata sulla Red Bull, con un gap che, in assetto da gara, sembra nell’ordine dei due tre decimi al giro. Non un’eternità, ma un qualcosa che fa pendere l’ago della bilancia dalla parte della Stella a tre punte.
Lewis Hamilton e Max Verstappen hanno già dato spettacolo con un ruota a ruota sul rettilineo dei box: l’olandese ha passato il rivale nell’out lap, violando un accordo tra piloti che vieta questa manovra. Il campione del mondo lo ha così spinto fuori sul dritto, guadagnandosi l’appellativo dell’idiota da parte dell’avversario che gli ha anche dedicato un dito medio. Schermaglie che mandano in visibilio i fans.
La Mercedes, almeno nelle prime battute, dovrà giocare ad una singola punta, visto che Valtteri Bottas ha deliberato addirittura il sesto motore endotermico, confermando che sulla W12 ci sono paure riguardo all’affidabilità. Il team di Brackley appare sotto pressione, nonostante il solido vantaggio di 36 punti nel mondiale costruttori. Max può invece vantare 6 lunghezze di margine tra i piloti.
Il mondiale 2021 è stato caratterizzato da una battaglia sportiva, ma soprattutto politica. I due team si sono sfidati a suon di accuse, con Toto Wolff che aveva messo sotto accusa le ali posteriori flessibili della RB16B nelle prime gare, mentre Helmut Marko ha guidato la cariche dei suoi “tori” contro la ritrovata potenza del motore avversario. Ad Austin il discorso si è spostato sulla sospensione posteriore della freccia nera, che la Red Bull sta seguendo con la lente d’ingrandimento.
Mercedes, sotto accusa la sospensione posteriore
In effetti, dopo aver insistito molto sul discorso power unit, gli uomini di Christian Horner temono che la Mercedes abbia trovato qualcosa di magico proprio su questa zona, fondamentale nelle monoposto di oggi. Dalle immagini televisive di ieri si è visto chiaramente come la W12 riesca a reagire ai tanti “saltelli” che sono presenti ad Austin, senza scomporsi minimamente.
Stando al parere degli uomini Red Bull, le velocità di punta elevatissime toccate da Hamilton e Bottas sarebbero originate non da una potenza eccessiva dell’unità propulsiva, ma da un marchingegno che farebbe diminuire il carico aerodinamico presente sull’ala posteriore, aumentando le velocità sul dritto. Tale sospensione è perfetta anche sulle sconnessioni del tracciato texano, andando ad ammortizzare tutti i colpi che la monoposto subisce.
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Un caso di protesta riguardo alla sospensione Mercedes arrivò a Monaco nel 2019, ma si parlava di quella anteriore. Alcuni sostenevano si trattasse di una attiva, come nel caso delle dominanti Williams del 1992 e 1993. Ma tutto si spense lì. L’importante è che, nel caso che si sta vivendo ad Austin, sulla W12 non ci siano sistemi elettronici che favoriscano questo comportamento, ma che tutto, come sembra, sia governato dalla meccanica. Ed in questo caso non ci sarebbero problemi per i campioni del mondo.