L’allarme è alto in Mercedes. Il boss Wolff ammette che si sta navigando a vista e per questo non ci saranno aggiornamenti sulla W13.
Seconda della generale costruttori con 65 punti contro i 104 della Ferrari, dopo appena tre gare la Mercedes vanta già uno svantaggio importante dalla rivale. Consapevole di trovarsi in quella posizione soltanto per “merito” della mancanza di affidabilità della Red Bull, la scuderia tedesca, ad oggi continua a viaggiare nella nebbia.
A differenza del recente passato la performance latita e l’odioso porpoising sembra darle più fastidio che ad altri.
Per questo la direzione intrapresa da Stoccarda sembrerebbe essere di congelamento del materiale a disposizione così da provare a raccapezzarsi.
Come annunciato dal team principal Toto Wolff sulle monoposto di Hamilton e Russell non vedremo alcuna evoluzione in tempi breve. Questo appunto per permettere agli ingegneri di comprendere al meglio il pacchetto attuale.
“Siamo imparando a conoscere l’auto e le gomme”, ha confidato il manager a Motorsport.com. “Nulla di quanto fatto in Australia è stato capace di sbloccare il potenziale aerodinamico o di ridurre i sobbalzi. Siamo esattamente al punto di partenza”, ha considerato sconfidato.
“Di conseguenza, onde evitare ulteriore caos, abbiamo optato per proseguire il lavoro su ciò che abbiamo”, ha proclamato spiegando come, ad esempio, l’incremento del downforce, peggiori le condizioni di guida.
Malgrado il podio di George e il quarto posto di Lewis conquistati all’Albert Park, il dirigente austriaco sa bene che per invertire la rotta non basterà un colpo di bacchetta magica.
“Faremo dei passi avanti, ma lo stesso varrà per i nostri avversari. Ciò significa che dall’esterno nessuno se ne accorgerà“, ha dovuto ammettere.
Nelle corse automobilistiche, però, le sorprese sono dietro l’angolo e tutto può ribaltarsi all’improvviso. Basti guardare a Verstappen in grado, nel 2021, di spezzare il dominio della Stella.
“Se dovessi basarmi sulla matematica, credo che abbiamo 2 chance su 8 di riconfermarci al top tra le marche“, l’amara presa di coscienza.
“Tuttavia può bastare un ritiro da parte di qualcuno e noi che riusciamo a trovare la chiave d’interpretazione della macchina per riportare le cifre sul 40 su 60“, ha concluso svelando che l’attuale gap si aggira sui sette decimi. Una cifra non da poco, specialmente in un campionato caratterizzato e influenzato dal budget cap che limita, di parecchio, le possibilità delle varie equipe di sistemare le problematiche strutturali del proprio mezzo.
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