Patrick Head non è stato troppo benevolo con Michael Schumacher, ricordando gli avvenimenti di Adelaide 1994. Ecco le sue parole.
La carriera di Michael Schumacher è stata eccezionale, ricca di successi e di emozioni. Il 29 dicembre 2013, sulle nevi di Meribel, è cambiata per sempre a causa del terribile incidente sugli sci, ma quanto fatto in precedenza sarà impossibile da cancellare. La sua leggenda iniziò nel 1994, quando al volante della Benetton fece suo il titolo mondiale per la prima volta.
Quella stagione è ricordata come una delle più tristi della storia, a causa del drammatico week-end di Imola in cui persero la vita Roland Ratzenberger ed Ayrton Senna. Il brasiliano, tre volte campione del mondo, era appena arrivato alla Williams, ma la tragedia del Tamburello segnò un punto di non ritorno per la F1.
Dal canto suo, Michael Schumacher aveva iniziato la stagione in maniera impressionante, vincendo le prime due gare in Brasile e ad Aida, nel GP del Pacifico, riuscendo a battere proprio il fenomeno brasiliano. Nel GP di San Marino, Ayrton aveva bisogno di una vittoria per tornare in lizza, ma il destino gli ha riservato tutt’altro.
La Williams dovette così puntare sulla seconda guida, Damon Hill, figlio del due volte iridato Graham. Il pilota britannico iniziò una difficile rimonta sulla Benetton, approfittando anche delle varie squalifiche che Michael vide rifilarsi durante l’estate. Dopo la vittoria sotto il diluvio di Damon arrivata in Giappone, i due sfidanti si presentarono al decisivo Gran Premio d’Australia separati da un solo punto in classifica.
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La domenica di Adelaide venne ricordata per uno degli incidenti più controversi della storia. La pole position venne siglata dalla Williams del rientrante Nigel Mansell, che al via venne però scavalcato dai due contendenti per il titolo. Damon Hill rimase a lungo nello specchietto retrovisore di Michael Schumacher, sino al al 35esimo giro.
Alla curva East Terrace, il tedesco andò lungo, danneggiando la sospensione: al suo rientro in pista, Damon tentò subito l’affondo, ignaro del guaio che Michael aveva provocato alla Benetton. L’unica possibilità rimasta al leader del mondiale era quella di causare un incidente, sperando nel ritiro di entrambi.
La fortuna giocò a suo favore, ed un contatto con la Williams portò alla rottura del triangolo della sospensione anteriore sinistra sulla macchina di Hill. Entrambi dovettero alzare bandiera bianca, e Michael Schumacher vinse il titolo con 92 punti contro i 91 dell’avversario. Sull’argomento è tornato Patrick Head, ex socio di Sir Frank e co-fondatore del team britannico, che è intervenuto al podcast della F1 “Beyond the Grid“.
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“Ho molta stima per Michael, un pilota ed una persona straordinaria. Tuttavia, ad Adelaide mandò deliberatamente fuori gara Hill. Chiunque fosse esperto di corse, aveva capito immediatamente le sue intenzioni. Visto quello che era successo nel corso di quella stagione, con la morte di Ayrton e la squalifica di Schumacher durata per diverse gare, non ci saremmo goduti comunque un’eventuale vittoria del campionato“.
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